Italia Under 20, il ct Nunziata: «Giovani come Montevago sono stati fantastici»
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Italia Under 20, il ct Nunziata: «Giovani come Montevago sono stati fantastici»

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Carmine Nunziata, commissario tecnico dell’Italia Under 20, ha fatto un bilancio sul percorso fatto dai suoi giocatori al Mondiale: le parole

Carmine Nunziata, commissario tecnico dell’Italia Under 20, ha fatto un bilancio sul percorso compiuto dagli Azzurrini, tra cui Daniele Montevago della Sampdoria, durante il Mondiale. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di tuttomercatoweb.com.

EMOZIONI – «La cosa più emozionante è stato tutto l’entusiasmo che abbiamo creato in Italia. Siamo partiti con una squadra un po’ improvvisata e siamo arrivati fino alla finale».

ORGOGLIO – «Inizialmente c’era delusione. Si arriva a giocare una finale dopo tutto il percorso e la delusione per la sconfitta è grande. Poi però ci torni dopo qualche ora, il giorno dopo, e la sensazione a mente fredda cambia. L’orgoglio per il percorso fatto ha preso il sopravvento sulla delusione finale».

FINALE – «Probabilmente loro stavano meglio fisicamente. Abbiamo giocato 7 partite, una ogni tre giorni: non è facile tenere una condizione fisica ottimale. Per di più abbiamo giocato su un campo che non ci favoriva: noi che siamo abituati a giocare calcio abbiamo fatto fatica, mentre loro si sono trovati più a loro agio a giocare nello sporco, sulle seconde palle. Detto ciò, è vero che hanno controllato di più la partita ma poi alla fine avevano tirato una volta sola in porta e hanno avuto fortuna su quei due-tre rimpalli che hanno portato al gol. Le finali sono un po’ particolari, si giocano sui dettagli. E un dettaglio da non sottovalutare erano i 39mila spettatori tutti uruguaiani. Col Brasile e con l’Inghilterra il clima fu molto diverso».

COMPLIMENTI – «E’ due anni che con questa squadra lavoriamo su degli obiettivi. Il primo obiettivo lo scorso anno era arrivare in fondo all’Europeo e qualificarci al Mondiale: ci fermammo in semifinale, contro l’Inghilterra. Devo fare i complimenti alla squadra perché s’è presentata ai nastri di partenza con una mentalità vincente, voleva arrivare in fondo».

GIOCO – «Per raggiungere tutto questo l’unica strada che conoscevamo era quella del gioco e molti dei ragazzi nuovi sono stati fantastici, si sono integrati subito e in 3-4 giorni siamo riusciti a sviluppare il nostro gioco. Era il mezzo per andare avanti il più possibile, il gioco è la leva che ci ha permesso di ottenere risultati. Abbiamo sempre cercato di imporre il nostro gioco, con le nostre qualità».

GARA PIÙ BELLA – «Sono state tutte gare belle e particolari. Quella che ci ha dato grande convinzione è stata la prima col Brasile, dopo mezz’ora sei sul 3-0… Poi la gara contro l’Inghilterra: ci tenevamo a prenderci la nostra rivincita e ci siamo riusciti. Ma anche le altre, in verità. La Corea del Sud non perdeva da undici partite, non giocava un bel calcio ma era molto solida ed era arrivata in finale al precedente Mondiale, aveva più esperienza di noi».

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