Palombo: «Sono di nuovo felice: bello tornare a centrocampo. Cassano...» - Samp News 24
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2013

Palombo: «Sono di nuovo felice: bello tornare a centrocampo. Cassano…»

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E’ finalmente ritrovato Angelo Palombo: gli effetti della cura Rossi erano finiti e lui sembrava un pesce fuor d’acqua in difesa. Rimesso a centrocampo da Mihajlovic, il numero 17 blucerchiato è stato uno dei migliori al Bentegodi. Il tecnico serbo lo ha rigenerato: «Con un allenatore nuovo, si parte da zero e si tende a dare di più. Certe volte va male, altre va bene. Il mister ci ha dato sicurezza, chiarezza e fiducia – conferma Palombo, alla Samp dal 2002 – Ha avuto un approccio positivo dalle prime parole nello spogliatoio. Non so spiegarvi. Bisognava sentirlo: ci ha dato una grande carica. Già dal modo in cui uno parla può nascere una reazione. Per noi è stato così e alle parole sono seguiti i fatti».

Viene da chiedersi cosa non andasse in Rossi: «Non è che ci diceva cose tanto diverse, però si era creato un appiattimento. Qualcosa si era rotto, ma è giusto chiarire che la responsabilità è anche nostra. E io sarò sempre grato a Rossi, perché mi ha ripescato in un momento brutto». Intanto, Mihajlovic ha puntato sul 4-2-3-1 e forse i troppi cambi di modulo di Rossi avevano generato confusione nel gruppo: «Era un modo per provare a cambiare le cose. Il mister cercava la strada giusta, anche se in un momento in cui le cose non andavano bene, questi cambiamenti hanno prodotto ulteriore incertezza». Dose di incertezza anche per Palombo, preso dai suoi dubbi: «Anche io ho dubitato di poter giocare ancora a centrocampo, perché quando Rossi mi aveva rimesso in mezzo non ero a mio agio – conferma Palombo a “Il Secolo XIX” Io non sono Maradona o Ronaldo, che cambio una partita da solo. Ero stato condizionato dal momento no della Samp. Quando va tutto male, vedi nero e mi sono fatto prendere dallo sconforto».

Con Mihajlovic, però, Palombo sembra rinato: «Rispetto al passato corro meglio, con più intelligenza e fisicamente mi sento ancora bene. Non sono un ipocrita: ho sempre detto di sentirmi un centrocampista e, se mi accorgessi di non poter più giocare lì, sarei il primo a dirlo – confessa serenamente il vice-capitano blucerchiato – Resto a disposizione per ogni ruolo, ma sono felice: tutto sembra tornato a posto. Anche se ho 32 anni, sento ancora di poter migliorare, come tutta la squadra. L’esperienza, però, insegna che i momenti possono sempre arrivare, quindi è meglio fare tesoro degli errori del passato e non farsi trovare impreparati». Ci sono stati tanti momenti duri con la Samp: «I peggiori sono stati la retrocessione e quando ho capito che non mi volevano più – ricorda il centrocampista del Doria – Certe cose un giocatore le capise prima che gliele dicano. E’ stata dura. Ma non ho mai mollato e mi sono sempre comportato da professionista».

Un anno pesante anche questo, sebbene solo nel suo inizio, con le incomprensioni con i tifosi ed i fischi, zittiti da uno stizzito Palombo: «L’esperienza mi ha aiutato, sono stato zitto e ho lavorato duro. Certo, non ero contento: volevo scendere in campo per tramutare i fischi in applausi e non potevo». Forse Palombo non rifarebbe quel gesto ai tifosi in Samp-Atalanta: «Non era un gesto cattivo. Non era legato ai fischi rivolti a me, avevano fischiato anche Pedro. Volevo difendere i compagni più giovani, chiedere di darci una mano – racconta Palombo, 32 anni – Ma lo ripeto: chi viene allo stadio e fa tanti sacrifici per la Samp ha il diritto di fischiare; però, è meglio se lo fa a fine gara». Proprio Obiang sta passando un periodo difficile: «Pedro deve stare tranquillo, è giovane e bravo: deve solo seguire i consigli del mister».

Palombo, chissà, magari adesso spera in un gol: «Ne parlavo con i compagni. Il gol mi manca. Ora ho più possibilità di tirare per cui spero che arrivi presto, magari con il Parma: sarebbe un bel regalo di Natale». Nei ducali mancherà Cassano, che viene accostato alla Samp come è successo con Pazzini. Ci si chiede se Palombo avallerebbe il loro ritorno: «Premesso che certi discorsi spettano a società ed allenatore, dico solo che Antonio è un giocatore fantastico. Lui e Pazzini sono due sopra la media, chi non li rivorrebbe?». Chissà se Palombo ripensa all’azzurro: «C’è un gruppo consolidato, è difficile, ma bisogna sempre porsi degli obiettivi. E’ chiaro che sarei felice, però è un pensiero secondario – chiude il centrocampista blucerchiato – Il primo è la salvezza della Samp, per quella dobbiamo lottare senza mollare neanche un attimo».

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