Ripresa Serie A, Ranieri frena: «Ci servono almeno sei settimane»
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Ranieri: «Ripresa Serie A? Ci servono almeno sei settimane»

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Ranieri sulla ripresa della Serie A: «La stagione va finita, ma nei modi e nei tempi giusti. Ci servono almeno sei settimane per capire se è tutto sotto controllo»

Intervistato da Il Corriere della Sera, Claudio Ranieri ha ribadito la sua opinione sulla ripresa della Serie A. Il tecnico della Sampdoria si dice preoccupato per la salute dei giocatori: «Nessuno sa come reagisce il virus sul fisico di un atleta e se dovesse succedere qualcosa di grave chi se ne assumerebbe la responsabilità? La verità è che ci sono ancora troppi morti e troppi contagiati per ricominciare. Siamo una delle industrie più a rischio proprio perché il nostro è uno sport di contatto. E non vorrei che la fretta ci portasse a commettere degli errori».

«Nessuno sa niente di questa pandemia e delle sue conseguenze – ricorda Ranieri -. Va benissimo allenarsi distanziati la prima settimana, come dice il protocollo. Ma poi? Quanto e come posso forzare con un ragazzo che è stato ammalato, e da noi è successo a tanti. Ci aspetta un tour de force pazzesco. Va gestito lo stress psicofisico. Chi mi assicura che ai calciatori colpiti da Covid non succeda niente dopo uno scontro di gioco? Invito tutti alla prudenza: sono morti anche dei giovani. Bisogna essere cauti, molto cauti. Essendo il nostro uno sport di contatto, dovrebbe essere l’ultimo a rimettersi in moto, sicuramente dopo le altre discipline per natura più distanziate, come per esempio nuoto e tennis».

Ranieri non chiude all’ipotesi di spalmare il campionato nell’anno solare: «Non so se sia quella giusta e non so se si può fare. Di sicuro non vedo perché si debba correre adesso con tutte le problematiche e i rischi che ci sono. Dopo una sosta così lunga avremo bisogno di almeno sei settimane per verificare che tutto sia sotto controllo. Cinque sostituzioni? Se si devono giocare tre partite a settimana con il caldo, dateci la possibilità di cambiare quei giocatori che non ce la fanno. A fine gara le difese immunitarie si abbassano e ci vuole tempo per ripristinare l’equilibrio fisico. Forse così ci sarebbero meno rischi».

Il tecnico romano non si dice contrario alla ripresa in sé, ma alla ripresa senza la sicurezza di non incorrere in nuovi pericoli: «Voglio spazzare via ogni incertezza. Sono d’accordo con chi dice che la stagione va finita, così non si arrabbia nessuno. Ma nei termini e nei modi giusti. La salute viene prima di ogni altro interesse. Non bisogna ripartire perché dobbiamo, ma farlo quando siamo certi che tutto andrà bene», ha concluso.

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