Romagnoli: «Non temiamo nessuno. Credo che l'Europa League sia possibile» - Samp News 24
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2014

Romagnoli: «Non temiamo nessuno. Credo che l’Europa League sia possibile»

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A volte bisogna andare lontano per trovare la gloria: è quello che sta accadendo ad Alessio Romagnoli, stellina dell’Under 21 e colonna difensiva della Samp. Di proprietà giallorossa, il classe ’95 conferma che scegliere la Samp è stata l’opzione migliore: «Concordo in pieno. Ho lasciato il mare a Nettuno, l’ho ritrovato qui… scherzo. Ambiente perfetto, ottimi compagni. Gastaldello è fantastico, mi ha dato moltissimi consigli; idem per Palombo, Silvestre e Viviano. Alla Roma quest’anno lo spazio sarebbe stato molto minore, avrei rischiato di giocare poco o nulla». Sabato sera ha rischiato di fare uno scherzetto ai giallorossi: «A fine gara ho parlato un po’ con tutti, ricevendo anche un sacco di complimenti. De Rossi mi ha chiesto come mi trovavo a Genova. Tutto perfetto, davvero».

EUROPA E MODELLI – Da Zeman a Rudi Garcia, fino a Mihajlovic: «Li unisce il grande carisma e la personalità. Passatemi il termine: Sinisa è più “incazzoso”. Per Garcia è diverso, dipende da come hai giocato. Zeman è il più tranquillo». Dopo la Roma, Palombo ha ribadito che sognare non fa male e che pensa all’Europa: «A questo punto comincio a crederci anch’io. Magari non alla Champions, però credo che l’Europa League sia alla nostra portata. Siamo forti. E le dico questo: le sfide contro Inter, Fiorentina e Milan diranno direttamente dove possiamo arrivare quest’anno». Romagnoli regge alla pressione e al paragone con Nesta come un veterano: «Impegnativo, ma può solo inorgoglirmi. Chissà se un giorno raggiungerò davvero i suoi livelli».

MIHA E AZZURRO – Ci si chiede quanti meriti abbia Mihajlovic nella crescita complessiva della Samp: «Lui è stato ed è fondamentale per un giovane. E vi spiego perché: non ha problemi a mettere in campo uno di 18-19 anni e, se va bene, confermarlo. Più della metà dei meriti sono suoi: ci trasmette tranquillità e una mentalità vincente». Magari Romagnoli fa pure un pensierino all’azzurro: «Non mi pongo limiti, ma neppure ci penso: è prematuro parlarne – riferisce il difensore a “La Gazzetta dello Sport” -. Ora la mia attenzione è tutta sulla Samp». Ci si chiede se ci siano rischi di ebbrezza da alta quota: «I rischi ci sono, ma non temiamo nulla e nessuno».

ROMANI DI GENOVA – Alla Samp, la vetrina romana è condivisa con De Silvestri, un laziale doc, e con Ferrero, presidente di una squadra di Genova ma testaccino nell’animo: «Con Ferrero parlo in romano, mi tratta come un figlio. Io, però, abito a 50 chilometri dalla città: sono più burino…». Si disse anche che Stramaccioni era a un passo dal portarlo all’Inter: «Il mister mi parlò di quest’ipotesi, ma la Roma disse no». Una carriera iniziata a centrocampo: «Centrocampista centrale. Arrivato alla Roma, fu Tovalieri a spostarmi in difesa, perché eravamo pochi nel ruolo». Conti racconta come Romagnoli fosse leggero, ma rapido di testa nel capire le situazioni in anticipo: «Credo che questa sia la mia dote principale».

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