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Il problema del terzino sinistro: tre interpreti, nessun titolare fisso

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Uno dei problemi di questa Sampdoria è certamente rappresentato dalla poca stabilità nel ruolo del terzino sinistro: Regini, Pavlovic e Dodô non hanno mai convinto appieno

La Sampdoria di Marco Giampaolo quest’anno pur fra gli alti e bassi che una squadra composta perlopiù di giovani può avere, ha certamente stupito tutti. Specialmente se si pensa alla condizione di Luis Muriel e compagni una stagione fa, quando per arrivare a una risicata salvezza si dovettero aspettare le ultimissime giornate, il confronto con il campionato attuale non può che lasciare un sorriso sulla bocca di tutti i tifosi blucerchiati: in questa stagione la Sampdoria ha imparato a lottare da squadra, ha un gioco, è imbottita di giovani interessanti acquistati a basso prezzo e che promettono plusvalenze importanti. I motivi per ritenersi soddisfatti, dunque, ci sono certamente. Anche se, va detto, qualche problema resta, come normale che sia per qualsiasi squadra che veleggia a centro classifica, lontana sì dai problemi della zona retrocessione ma comunque non ancora al pari con le prime della classe. Nello specifico, uno dei problemi più importanti della truppa guidata da mister Giampaolo è certamente il ruolo del terzino sinistro. I possibili interpreti della posizione sono ben tre nell’attuale rosa: Vasco Regini, Daniel PavlovicDodô, giocatori con caratteristiche di base piuttosto differenti l’uno dall’altro ma che non hanno mai pienamente convinto.

DUE ALTERNATIVE  Sì perché i tre i giocatori, chi più chi meno, hanno giocato sull’out mancino, senza mai riuscire a mettere d’accordo tutti su chi avesse le qualità per poter recitare un ruolo da protagonista per l’intera stagione. Chi ha giocato più di tutti è certamente Vasco Regini, inizialmente provato al centro della difesa da Giampaolo ma dirottato presto a sinistra dopo l’infortunio di Pavlovic – in Roma-Samp, terza giornata. A lui l’allenatore di Bellinzona ha ricorso il più delle volte, soprattutto nel caso delle partite importanti, da giocare, a livello difensivo, con grande attenzione. Nonostante l’onore accessorio della fascia da capitano, tuttavia, il classe ’91 è stato spesso criticato da più parti, soprattutto per lo scarso apporto in fase offensiva in quelle partite nelle quali si sarebbe potuto osare un po’ di più a livello di spinta. Caratteristica, questa, propria degli altri due terzini, Daniel Pavlovic e Dodô. Il primo è stato fuori dai giochi a lungo per il suddetto infortunio, vedendo diminuire di molto le sue possibilità di confermare quanto di buono fatto intravedere lo scorso anno a Frosinone, quando si meritò la palma di miglior difensore assist-man della stagione. L’ex Grasshopper si è anche guadagnato la convocazione nella nazionale bosniaca, fatto che certifica le sue qualità, mentre ultimamente Giampaolo si è affidato a lui soprattutto in quelle gare da vincere assolutamente – ad esempio quella contro il Pescara.

INVESTIMENTO SBAGLIATO Infine, Dodô: il brasiliano è arrivato a Genova in prestito biennale con obbligo di riscatto a circa 5 milioni dall’Inter, un investimento importante da parte della società che, però, si è rivelato un flop clamoroso: la fotografia della sua stagione ci rimanda ancora a Roma-Sampdoria, quando il classe ’92 entrò per sostituire Pavlovic ad inizio ripresa e fu sostituito dopo 35′ da Skriniar: una bocciatura definitiva, quella di Giampaolo, che da allora ha schierato l’ex Corinthians col contagocce. In patria Dodô era considerato un ottimo prospetto, ma in Italia il ragazzo non è mai riuscito ad ambientarsi pienamente. Certamente, date le sue caratteristiche tecniche, il brasiliano sarebbe più adatto a ricoprire il ruolo di esterno alto in un 3-5-2, posizione nella quale era stato utilizzato più volte da Montella la passata stagione. Va detto però che era lecito attendersi qualcosa in più dal ragazzo, la cui “metamorfosi tattica” era stata presa molto a cuore da Giampaolo ad inizio stagione. Visto lo scarsissimo minutaggio, pare che però anche il tecnico blucerchiato abbia messo da parte l’idea di trasformare Dodô in difensore vero e proprio. A questo punto sembra inevitabile che, data la situazione caotica sulla fascia sinistra, in estate l’idea della società sia quella di sfoltire: l’unico certo di mantenere il posto pare possa essere Regini, che, se non altro, ha la fiducia del mister. Per Dodô e Pavlovic, invece, sembra sempre più chiaro che si apriranno le porte, sempre girevoli, del calciomercato.

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