Stankovic: «Potevo abbandonare a gennaio. Il 4 giugno scendiamo tutti alla fermata»
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Stankovic: «Potevo abbandonare a gennaio. Il 4 giugno scendiamo tutti alla fermata»

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Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A pareggiato contro lo Spezia: le dichiarazioni

Dejan Stankovic, allenatore della Sampdoria, ha parlato al termine del match di Serie A pareggiato contro lo Spezia. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai microfoni di DAZN.

SITUAZIONE – «Quando arrivano i 90 minuti forse è il momento più bello. Sono i più belli durante la settimana. Il tifoso doriano ama e rispetta il club, le emozioni sono uscite fuori. Noi insieme a loro cerchiamo di camminare a testa alta. Fuori dal campo ci sono mille difficoltà. Abbiamo sbagliato un tempo a Lecce, può capitare a tutti. L’unica volta che è capitato a noi è stato a Lecce. Oggi era un derby, potevamo vincere o perdere a viso aperto. Abbiamo avuto delle palle gol che con un po’ di fortuna sarebbe andata dentro. Il compito più difficile è risvegliare il combattente, l’ego positivo, che il giorno che andrai via dalla Sampdoria avrai dato tutto da uomo. Potevo scendere dal treno a gennaio, se siamo saliti tutti su questo treno la prossima fermata sarà il 4 giugno. Non posso fare piani a lungo termine. Cerco di preparare la squadra fisicamente e mentalmente che non è semplice. A me oggi la Sampdoria è piaciuta. Noi siamo questi, non ho altri giocatori. Ognuno dà il 100%. Si poteva fare meglio? Sì, decisamente su dettagli e qualche dormita. Ora dormiamoci sopra e poi andiamo avanti».

LAVORO – «Mi circondo del mio staff di cui sono innamorato, sono persone spettacolari. Se ci sono problemi si vanno a risolvere. Loro sono persone straordinarie e nel nostro piccolo cerchiamo di portare entusiasmo. Dentro questa parola c’è tutto. Facciamo sette/otto ore al giorno assieme facendoci forza. Ci sono difficoltà, ma non è compito mio. Io lavoro con quello che ho e vado avanti».

STATO D’ANIMO – «Questo è il compito più difficile: parlare ai ragazzi. Cerco di essere onesto e diretto. Le regole non scritte sono quelle che si rispettano di più. Per ora nessuno si è tirato indietro. Abbiamo sbagliato a Lecce, ho promesso che non succederà mai più ed è la parte più difficile. Bisogna capire questi ragazzi, non posso saltargli addosso con i miei 110 kg. Se c’è da parlare gli parlo, ma sono ragazzi per bene. Le difficoltà si accettano e si va avanti».

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