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Editoriale

A Genova ci sono due squadre

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A Genova ci sono due squadre: la Sampdoria e la Primavera della Sampdoria. Non c’è frase più giusta dopo la partita di ieri sera contro l’Empoli

I brividi quando si varca la porta d’ingresso del “Ferraris”. I brividi per una prestazione, quella della Primavera, tutta cuore e orgoglio verso l’obiettivo comune. I brividi al triplice fischio, per la corsa spensierata e spericolata verso il settore Distinti che esortava ed elogiava i propri beniamini. I brividi… Difficilmente si trova una squadra di ragazzi in grado di offrire enormi emozioni concentrate in soli novanta minuti, nonostante un’intera stagione di assoluto livello. La vittoria contro l’Empoli evidenzia inoltre le parecchie sicurezze provenienti dal mondo Sampdoria. La prima riguarda l’ottimo lavoro svolto nel mercato, nell’individuazione di talenti e nella costruzione più ampia del futuro, che passa anche dalle strutture per l’Academy. La società ha saputo credere nei suoi giovani, offrire loro spazio e la giusta riconoscenza, la dimostrazione di aver apprezzato tutto quanto lo sforzo riguarda la concessione dello stadio come palcoscenico di una serata che, se si fosse svolta diversamente, si sarebbe persa tra indifferenza e stupore. La realtà è che non c’è nulla di cui stupirsi, non c’era nulla che facesse pensare a un prossimo fallimento della formazione di Pedone: la scaramanzia è comunque d’obbligo prima di impegni così importanti che, se affrontati con molta superficialità, rischierebbero di infangare ogni attimo di lavoro.

LA TIFOSERIA E IL TERZO TEMPO NEL SEGNO DEL RISPETTO – Così come non c’è nulla di cui stupirsi riguardo la tifoseria, che merita una menzione speciale per aver trasformato un quarto di finale dei playoff in una finale di Champions League. Una tifoseria da Champions League, per l’appunto. In circa 3.000, dati ovviamente approssimativi, hanno incitato per tutta la partita i propri ragazzi: come fa un padre mentre assiste alla prova del figlio, con riserbo ma anche tanto entusiasmo lo accompagna verso il successo. Gli striscioni, i cori e i fischi per gli avversari. Poi, la triplice esultanza per i gol. E ancora, una scenografia da urlo, l’invito a correre sotto gli spalti per regalare a ciascun giocatore uno scrosciante applauso e abbracciarlo ideologicamente. Da Tessiore a Krapikas, consapevoli che il futuro passi soprattutto dai loro piedi e mani. E sotto la cornice del “Ferraris” si è consumato il terzo tempo della sfida, il momento in cui si accantonano rabbia e delusione, nervosismo e agonismo per unirsi tutti nel segno del rispetto e dell’amicizia calcistica. Dirigenti, tecnici e ragazzi di ambo le squadre, terna arbitrale compresa, sono stati invitati nell’Area Ospitalità, il grembo dello stadio, per consumare una cena in compagnia. A Genova hanno vinto tutti. Non è sbagliato, dunque, dire che a Genova ci sono due squadre: la Sampdoria e la Primavera della Sampdoria.

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