Cessione Sampdoria, Vidal: «Dopo il 30 aprile nomina di un advisor»
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Vidal: «Dopo il 30 aprile nomina di un advisor. Concordati? Questa la situazione»

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Vidal, in una lunga intervista a Quelli che la Samp, ha chiarito tutti gli aspetti ancora confusi relativi al suo lavoro come Trustee e alla cessione del club blucerchiato. Le sue parole.

Gianluca Vidal, in una lunga intervista a Quelli che la Samp, ha chiarito tutti gli aspetti ancora confusi relativi al suo lavoro come Trustee e alla cessione della Sampdoria. Le sue parole.

PROCEDIMENTO DI VENDITA – «Il procedimento di vendita di un’azienda come questa è complicato. Se l’acquirente è un soggetto che da tempo segue la squadra, ne conosce tutti gli aspetti, ma se è un soggetto generalmente interessato, ma che non ha approfondito la conoscenza, ci sono aspetti che in due diligence necessariamente deve indagare. Questi aspetti sono parecchi: il bilancio, che è complicato, gli investimenti svolti negli anni, contratti con i dipendenti, il personale di gioco interno e in prestito. Non è esattamente un qualcosa che si può esaminare in due giorni. Vi è un’analisi importante della stratificazione dell’indebitamento, della stratificazione dei ricavi».

PROBLEMATICHE – «Non dimentichiamoci che usciamo da due anni nei quali i ricavi si sono ridotti in maniera costante per l’impossibilità di accedere allo stadio, ma non è il danno peggiore, la riduzione dei contributi dai diritti tv e terzo elemento, non banale e per la Sampdoria importante, la tematica relativa al mercato. La Sampdoria è stata storicamente una piattaforma per molti giocatori che sono stati valorizzati e rivenduti. In pandemia è scesa la capacità delle grandi di comprare e quindi di fare plusvalenze anche per la Sampdoria. Il calo dei ricavi ha toccato tutti. In questo momento abbiamo diverse variabili da studiare: non vedrei questo processo diverso da quello di un’altra azienda dello stesso settore. Noi, come molti altre aziende, siamo nell’occhio degli investitori e ci stanno guardando»

TEMPI DUE DILIGENCE – «Un processo di due diligence nella norma, partendo dalla manifestazione di interesse, dura circa sei mesi che è un periodo ordinario. Mentre un soggetto che produce bulloni ha un iter ordinario, una squadra di calcio ogni weekend migliora o peggiora il suo rendimento».

CESSIONI ALTRI CLUB – «Le cessioni degli altri non è vero che procedono più speditamente. Dove ci sono meno riflettori puntati, le trattative procedono in maniera silente e si manifestano solo alla fine, quando viene dato l’annuncio della cessione. Ma che alle spalle di queste ci siano stati processi lunghi oltre l’anno è cosa assolutamente certa».

TRATTATIVA VIALLI«Tornando sulla trattativa del 2019, la cordata che scelse Tifosy di Vialli e Zanetton come advisor fece una due diligence in maniera autonoma e privata, questa non è poi stata messa a disposizione. Noi abbiamo allestito la data room, ossia tutta la documentazione: quella attinente allo stadio, quella attinente a Bogliasco, quella attinente alla rosa, quella attinente ai procuratori. Dal 2019 a oggi sono cambiati moltissimi di questi elementi sia in termini di bilancio della società, che in termini di assetto della squadra. Non è vero che è più semplice oggi».

COMPLICAZIONI PENALI «Arresto Ferrero? Ha influito in termini di accelerazione. Va tenuto presente che il trust ha un obbligo di vendita collegato ad altri eventi. Il disponente ha indicato un termine di 30 mesi dall’omologa del concordato. Noi rispetto a quello (dato che non c’è ancora stata l’omologa n.d.r.) siamo ancora con il timer azzerato. L’accelerata è avvenuta in seguito all’evento infausto accaduto alla famiglia Ferrero: questo ha dato maggiore velocità a un processo di vendita per motivazioni abbastanza ovvie. L’accelerazione c’è stata: un soggetto può essere scoraggiato? Logico che se ci sono risvolti di natura penalistica, un soggetto internazionale fa approfondimenti più accurati. Quindi questo ha creato maggiori cautele. Questo non significa scoraggiare o incoraggiare: gli investitori sono esperti».

SOGGETTI INTERESSATI«Dal punto di vista della situazione a oggi ci sono stati tanti soggetti interessati. A tutti ho detto la stessa cosa: di qualificarsi, bisogna sapere con chi parliamo, conoscerne il patrimonio, per essere sicuri che possano investire in futuro nella squadra, e chiaramente che i soldi derivino da attività lecite. Se io devo verificare un fondo quotato è molto semplice appurare queste cose, se devo verificare un privato, con fondi in diverse parti del mondo, è già più difficile ad avere questi dati».

A CHE PUNTO SIAMO «Abbiamo già esaminato sette profili, quattro sono in corso di analisi relativamente a dove provengono i soldi, tre dentro la virtual data room con i documenti dello step one già spediti. Quando parlo di documenti dello step one faccio riferimento a un 250 pagine che raccontano gli asset, andamento negli ultimi cinque bilanci, una prospettiva rivolta ai prossimi tre anni e una valutazione secondo criteri universalmente riconosciuti. A quel punto il soggetto ci comunica il prezzo per lui consono per iniziare a trattare. Ci tengo a precisare che i soggetti che ci sono oggi sono tutti venuti autonomamente».

ADVISOR«Nel caso in cui entro il 30 aprile non arrivino manifestazioni più certe, tipo un’offerta vincolante, per un senso di responsabilità ho ipotizzato con il CdA di individuare un Advisor di peso per sollecitare eventuale soggetti interessati, come grandi fondi nel mondo con grandi partner sportivi. Rispetto alle trattative è molto difficile dire all’inizio come andrà alla fine: la trattativa con Dinan e Knaster pareva ben avviata e poi non si è conclusa con una chiusura. All’interno di un contratto la parte più importante è la dichiarazione garanzia del venditore, che in quel contratto pesava circa 25 milioni di euro. Su quella negoziazione vi è stato un tira e molla molto aspro».

MANDATO TRUST«Nel mandato del trust c’è scritto che l’obbligo di attivarsi è fissato il giorno dopo del consolidamento dei concordati. Io oggi non ho l’obbligo di attivarmi. L’attività che sto svolgendo ora è da un lato perché uno dei due concordati (Farvem) è andato in definizione e per l’altro siamo in attesa, nei prossimi giorni, dell’adunanza dei creditori (Eleven). Dall’altra parte invece perché, con senso di responsabilità e sapendo che l’azionista non è in grado di fare conferimenti, abbiamo ritenuto necessario attivarci. Ma voglio precisare che dal punto di vista giuridico e dei poteri il giorno zero deve ancora arrivare. Siamo partiti prima perché abbiamo condiviso con il CdA, con Antonio Romei e il presidente Marco Lanna, con Gianni Panconi che è anche un tifoso sfegatato e Alberto Bosco, abbiamo ritenuto che era opportuno iniziare ad accettare la manifestazioni spontanee di interesse anche se effettivamente non era scattato un obbligo giuridico di farlo».

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