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Editoriale

Caprari illumina un Ferraris che vince sulle polemiche

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Un buon pareggio per la Sampdoria, che potrebbe recriminare qualcosa in più per una vittoria che non arriva: la classifica, però, sorride

Portare a casa la vittoria contro la Fiorentina non sarebbe stato un affronto ai gigliati, così come sarebbe stata una grandissima gioia, soprattutto per quanto riguarda la classifica. Essendo, però, ad appena quattro giornate dall’inizio del campionato, la posizione alle spalle della Juventus, del Napoli e della Spal non la guardiamo, perché sappiamo benissimo, soprattutto dalle esperienze degli anni scorsi, che le stagioni sono davvero lunghe e la Sampdoria, quest’anno, deve dimostrare di aver capito i propri errori e correre ai ripari. Per quanto riguarda quanto avvenuto nella serata di mercoledì sul rettangolo del “Ferraris” ci sono tanti lati positivi da sottolineare: il primo è sicuramente Audero, che è riuscito a parare qualsiasi cosa, anche – come direbbe qualcuno – le mosche. A vista potrebbe sembrare un bonus di fortuna da parte dell’ex estremo difensore del Venezia, ma è pur sempre vero che la fortuna non è altro il momento in cui il talento incontra l’occasione: la parata su Pjaca nel primo tempo e su Milenkovic nel secondo confermano la reattività di un portiere che per ora è il meno battuto della Serie A dopo Alfred Gomis. Per Rafael sarà difficile scalzarlo, ma intanto direi che potremmo goderci un giovanissimo che nelle prime tre giornate ci ha fatto fermare il cuore per ogni sua uscita avventata, soprattutto a Udine, ricambiando con degli ottimi interventi nelle settimane successive.

Le altre note positive sono arrivate da un po’ tutti, perché la Sampdoria scesa in campo con la Fiorentina non ha sfigurato, pur senza eccellere come fatto col Frosinone o con il Napoli. Il palleggio à la Giampaolo stavolta non ha funzionato come avremmo sperato e si è ritrovato a essere bloccato dal pressing alto dei viola, che dopo aver speso moltissimo nel primo tempo ha dovuto rifiatare nel secondo, concedendoci il gol dell’1-1: non positiva è stata la prova di Sala, che ha sofferto davvero tanto le avanzate di Pjaca, a tutti gli effetti il più pericoloso dei suoi. Poco incisivo Ekdal, che ha però la scusante di un pressing che ha davvero lasciato poco fiato ai blucerchiati nel primo tempo: lo svedese, in ogni caso, ha provato a mettere ordine quando è stato chiamato in causa, senza incappare in problematiche specifiche. È indubbio, però, che l’ingresso di Praet ha cambiato la squadra: nonostante la condizione ancora non al meglio, il numero 10 belga è entrato con il piglio giusto, con la voglia di spaccare il mondo e di farlo con la sua classe. Il recupero di Praet rappresenta uno dei passaggi fondamentali di questo inizio di stagione, soprattutto per concedere a Linetty – o eventualmente a Ekdal, nel caso in cui il belga andasse a rivestire il ruolo di regista – un po’ di fiato in più ed evitare un eccessivo agonismo in campo. Come accaduto col polacco, che ieri si è sostituito a Ramirez nel ruolo di evitabile falciatore.

Infine, nonostante la Sampdoria arrivasse da cinque gol rifilati al Frosinone in una sola partita, c’è da dire che in attacco Giampaolo dovrà studiare qualche soluzione in più: Vitor Hugo e Biraghi ieri sono riusciti ad arginare abilmente Defrel e Quagliarella, concedendo qualche spazio in più a Caprari, bravissimo nel gol e anche a smarcarsi per arrivare a quel tiro (ottimo anche l’assist di Barreto, sia per visione che per precisione del cambio di gioco). Con qualche alternativa sul piano tattico probabilmente sia il francese che il capitano blucerchiato avrebbero avuto maggiori possibilità: poche chiacchiere, invece, sulla reazione di Quagliarella alla sostituzione, perché fa parte dell’agonismo e dell’adrenalina che mette un giocatore come lui in campo. Va dosato, però, perché a 35 anni e con una coperta così corta in attacco c’è bisogno di schierarlo in tutte le partite: rifiatare per qualche minuto in più rispetto agli altri diventa fondamentale, fino a quando, almeno, non sarà possibile affidarsi a un turnover valido. Ma in quel caso significherebbe tornare sul mercato e cercare un attaccante che possa passarsi il testimone con Quagliarella, operazione non facile, come ha dimostrato l’estate appena trascorsa. Ora testa all’Inter, perché i nerazzurri arrivano galvanizzati dalla vittoria col Tottenham, ma il “Ferraris” dovrà rispondere con grinta e con il solito sostegno al Doria: quello che ieri sera per poco non veniva meno, per una protesta che, nel 2018, è anacronistica come un tubo catodico.

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