Il piano diabolico di Ferrero è l'ennesimo insulto alla Sampdoria
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Editoriale

Il piano diabolico di Ferrero è l’ennesimo insulto alla Sampdoria

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Ferrero si presenta a Genova per Sampdoria-Roma: il siparietto del “tifoso” dura pochi minuti. Ma la provocazione è servita

Riavvolgiamo un attimo il nastro. Intorno alle ore 18.50 di ieri, Massimo Ferrero si presenta per la prima volta al Ferraris dopo la revoca degli arresti domiciliari. Il derby personale è già iniziato da una ventina di minuti (Sampdoria la testa, Roma il cuore… parole sue), con tanto di gol-vittoria per i giallorossi a referto. Per il Viperetta non è un problema, probabilmente la partita nemmeno gli interessa. Il suo scopo è soltanto uno: farsi notare, dimostrare di esserci ancora nonostante tutto. Missione compiuta, perché la notizia del suo ritorno a Genova arriva sia all’orecchio del presidente Marco Lanna (che abbandona per qualche istante il proprio posto insieme al consigliere Gianni Panconi) sia a quello dei tifosi, che danno vita all’ormai tradizionale coro «Ferrero uomo di merda».

Scoppia il caos. La parte più calda della tifoseria tenta di trasferirsi dalla Gradinata Sud alla zona relativa alla Tribuna Centrale, costringendo inevitabilmente l’intervento di un fitto cordone della polizia per fermare la sommossa. Nel frattempo, la Digos invita Ferrero a lasciare lo stadio per non creare ulteriori disagi all’esterno dell’impianto. In fretta e furia, l’ex patron della Sampdoria viene accompagnato nella pancia del Ferraris, dove c’è il tunnel che porta prima alla sala stampa e poi all’uscita dei veicoli autorizzati. La fuga riesce alla perfezione, seguendo il piano diabolico architettato nelle scorse ore (non credo ci siano voluti giorni…). Ossia creare scompiglio all’interno della piazza e far riapparire il proprio fantasma: Ferrero non c’è ma c’è, può tornare quando vuole e fare ciò che vuole. La tipica presupponenza, mista alla mancanza di dignità, di una persona convinta di essere padrona del mondo. Purtroppo, o per fortuna, chi scherza troppo col fuoco rischia di bruciarsi.

Il cortometraggio del regista Ferrero ha generato negli spettatori ogni qualsivoglia emozione negativa: dallo sconcerto alla rabbia, passando dalla frustrazione alla delusione. Il suo gesto rappresenta l’ennesimo oltraggio alla storia della Sampdoria, ai suoi tifosi, a molti componenti dell’attuale società che ci stanno mettendo il cuore in un momento così complicato. Ricomparire così, senza motivo né preavviso solo per giocare, è un insulto verso chi ama veramente i colori blucerchiati. E non poteva esserci situazione peggiore (o migliore per la visibilità di Ferrero): nel bel mezzo di una partita importante e all’inizio di una settimana che, secondo l’intermediario dello sceicco Khalid Faleh Al-Thani, dovrebbe rivelarsi decisiva ai fini della cessione del club.

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