Castellacci: «Lettera a Spadafora e Gravina». La posizione dei medici
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Castellacci annuncia: «Lettera a Spadafora e Gravina». La posizione dei medici

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Castellacci annuncia: «Stamattina invieremo una lettera a Spadafora e Gravina». La protesta dei medici sociali sulla ripresa della Serie A e sul nuovo protocollo

Il dottor Enrico Castellacci, ex responsabile medico della Nazionale e presidente dell’Associazione Italiana Medici del Calcio, è tornato a parlare ai microfoni di Radio Anch’io Sport per portare all’attenzione dell’opinione pubblica la delicata posizione della categoria che rappresenta. La responsabilità dei medici sociali sarà altissima, stando ai dettami del nuovo protocollo per la ripresa della Serie A.

SICUREZZA – «Parlarne in momenti come questo è sempre difficile. Si potrà giocare rischiando il meno possibile e servono le linee guida delle quali parliamo da mesi, ma che ancora non ci sono. Devono essere applicabili, finora i protocolli non lo erano e per questo motivo c’è stata una sorta di ribellione dei club».

RESPONSABILITÀ PENALE – «Sarebbe solo in caso di dolo? Siamo fuori strada, il medico è già responsabile per professione. Poi ci sono altri soggetti che hanno responsabilità, giocatori compresi. Dovrebbero firmare un foglio per garantire di attenersi alle linee guida. Stamattina manderemo una lettera al ministro Spadafora e al presidente della FIGC Gravina da parte dei nostri legali per far chiarezza a riguardo, dal punto di vista giuridico. Il medico sociale non può essere l’unico responsabile, sarebbe illegittimo. C’è stata una forzatura».

RITARDI – «Il paradosso è quello di aver sentito l’obbligo di dare alla figura del medico, l’anello debole del mondo del calcio, tutte queste responsabilità. Le linee guida dovevano essere fatte da tempo, ma con criterio. Inutile farle se poi un club come l’Inter dice no, dovevano essere interpellate prima le società».

RITIRO LUNGO – «Il problema è chiaro e dobbiamo pensarci bene. Usciamo da un lockdown di due mesi e rimettere in quarantena i giocatori non è facile. Non possiamo costringerli, potrebbe essere di una settimana o dieci giorni, poi i giocatori hanno l’esigenza di restare a casa. Dovrebbero poi capire quali sono le loro responsabilità. Il campionato ricomincerà, ma per farlo finire vanno cambiate alcune cose».

DATA – «Il 13 giugno la ripresa? Penso che si possa fare, solo però se finalmente di prenderanno delle decisioni. La data serve anche per prendere una direzione chiara per gli allenamenti».

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