De Silvestri, padre e figlio in quel di Roma: una visita speciale in ritiro - Samp News 24
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2014

De Silvestri, padre e figlio in quel di Roma: una visita speciale in ritiro

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Con l’occasione del ritorno a Roma, Lorenzo De Silvestri ha avuto di rivedere anche qualche familiare. Su tutti, il padre, che è arrivato in ritiro e con il quale ha potuto scambiare due chiacchere. Un tradizionale momento padre-figlio, che ha visto diversi siparietti. In particolare, si è voluto capire come è il rapporto del padre con il ruolo del figlio nel calcio: «Prima odiava il calcio – esordisce De Silvestri jr. parlando del genitore – adesso dopo ogni partita mi manda un messaggino, dicendomi cosa ho fatto bene o cosa ho sbagliato. E’ diventato anche un tecnico: roba da matti». Risponde il padre: «E’ vero, ho fatto con il povero Lollo quello che mio padre aveva fatto con me. Lui non voleva che perdessi tempo dietro allo sport, da ragazzo dovevo uscire con la borsa di nascosto. Quando è stato il mio turno di fare il genitore, mi sono fissato anch’io. Per fortuna, la volontà di Lorenzo è stata più forte e ora raccoglie quello che ha seminato negli anni».

Ci si chiede perché il padre ce l’avesse tanto con il calcio: «Pensava non fosse uno sport vero, da sacrificio. Lo considerava da femminucce…», risponde Lorenzo. Il padre precisa: «Forse è perché io ho fatto sempre altro: in terza media, avevo un professore che mi aveva scelto per fare una sorta di triathlon tra lancio del giavellotto, salto in alto e corsa. Quello era sport!». Non che De Silvestri non abbia provato qualcos’altro da ragazzo: «Appena sono stato in grado di reggermi sulle gambe, ho iniziato con ginnastica artistica, nuoto, sci, atletica, sia corsa che resistenza. Ma io volevo solo il pallone». Alla fine, il terzino è riuscito a imporsi sul padre: «Ho implorato dicendo che avevo provato tutti gli sport, era tempo di lasciarmi provare». Il padre puntualizza: «In realtà, è stato il nonno a iscriverlo per primo in una scuola calcio, io gli concedevo di giocare d’estate quando andavamo in vacanza in Abruzzo…». E Lollo risponde: «Il dramma è che, avendo iniziato la scuola calcio a 12 anni, ho perso tutta la trafila da piccolo. E’ colpa sua se oggi più limitato di altri dal punto di vista tecnico (ride, ndr)».

Forse “limitato” non è la parola giusta per chi, a 25 anni, può vantare diversi anni in Serie A e potrebbe giocare il Mondiale a giugno: «Certo, è un pensiero fisso: lavoro da anni per riuscirci e voglio dare tutto nei prossimi mesi. Poi se va, va, ma non voglio distrarmi». Ci si chiede se il padre sia pronto per Rio: «E me lo chiedete pure?». Tornando alla Samp, a De Silvestri fa effetto tornare a Roma: «Un bell’effetto, anche se dovendo restare in albergo posso solo respirare l’aria di Roma – conferma il blucerchiato a “Il Secolo XIX” – Ho avuto qualche istante in albergo per rivedere i familiari, visto che il mister ci ha lasciati liberi qualche ora dopo la gara di Napoli, ma non è come vederli quando sei in festa. Tra l’altro, io nel quartiere del nostro albergo (Parioli, ndr) sono pieno di amici! (ride, ndr)».

Intanto, la sconfitta di Napoli ha lasciato poche scorie: «Dispiace perdere, ma l’abbiamo fatto in un modo che lascia buone sensazioni. Il mister vuole da noi un’identità di gioco; abbiamo creato e cercato di fare la nostra partita – commenta il terzino della Samp – Questo è positivo. Anche a livello di occasioni le abbiamo avute, siamo stati fermati da tanta sfortuna». Domani c’è la Roma in Coppa, è quasi derby: «No, oggi il mio derby è quello con il Genoa, anche perché il derby di Genova è stato una sorpresa pazzesca – rivela De Silvestri, che ha avuto modo di vederlo già per tre volte – Entrare a Marassi e trovare quel clima, le gradinate, i cori, è qualcosa di esaltante: non vedo l’ora. Anche il derby di Roma è così, ma se vesti la maglia della Lazio. Altrimenti è una partita normale». A Napoli, De Silvestri ha limitato Insigne: «Mi ero preparato: studio i miei rivali sulla fascia. Uno che mi ha sorpreso per tecnica e velocità è Sansone del Parma». De Silvestri padre, invece, è simpatizzante della Roma: «Ero simpatizzante, adesso tifo Samp da quando c’è Lollo, mi capita persino di comprare i giornali di Genova per leggere di lui e dei compagni».

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