La domenica con Lei - Un'amichevole scampagnata - Samp News 24
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2014

La domenica con Lei – Un’amichevole scampagnata

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Parma-Sampdoria non è stata certo una partita indimenticabile. Da un lato lo spettacolo sportivo di un gemellaggio vero, sano e radicato nel profondo. Dall’altro una gara un po’ scialba, giocata da entrambe le squadre a ritmi non molto alti, eccezion fatta per i primi quindici minuti di gioco in cui il Parma si è portato in vantaggio con Cassano e avrebbe potuto anche realizzare il secondo gol (con le squadre spaccate in due tronconi). Il Doria è parso un po’ spento, senza grande foga agonistica, appagato da un campionato positivo e da una classifica difficilmente migliorabile. Le indicazioni maggiormente positive sono arrivate dal solo Okaka, che ha lottato come se non ci fosse un domani, probabilmente stimolato dal fatto di trovarsi a giocare contro una ex squadra non particolarmente amata. 

Difficile quindi analizzare una prova, quella blucerchiata, al di sotto delle aspettative e, soprattutto, al di sotto dei normali ritmi di gioco sostenuti dalla squadra di Mihajlovic. Per lunghi tratti della partita, specialmente nella ripresa, si è assistito a una “corsa camminata” che non ha portato ad alcun affondo degno di nota. La differenza fra le due squadre è stata proprio questa, secondo me: il Parma ha saputo cambiare passo negli ultimi metri, creando così diverse situazioni da gol, mentre la Samp è arrivata spesso lentamente nei pressi dell’area di rigore senza mai concretizzare, perdendosi in tocchi di troppo e movimenti senza palla penalizzati da transizioni offensive sottoritmo. Sia a centrocampo che in attacco non ci sono state prove individuali particolarmente incisive, tanto da chiedersi come mai, dopo appena ventotto minuti, mister Mihajlovic abbia sostituito Soriano. Vero che il numero ventuno non aveva azzeccato molte scelte fino a quel momento ma è altrettanto vero che i suoi compagni di reparto non avevano fatto certo meglio (impalpabili sia Eder che Gabbiadini). La nota più interessante, almeno come concetto, è stata la presenza sul terreno di gioco contemporaneamente di Eder e Gabbiadini sugli esterni, di Sansone come rifinitore/seconda punta e di Okaka come centravanti. La trazione anteriore auspicata da Mihajlovic si è scontrata con la difficoltà nel cambiare passo e nel dare velocità ai contropiedi e al giropalla. Quando il Doria si è trovato nei pressi di poter conlcudere o di fare l’ultimo passaggio è mancato il guizzo, il taglio, la sponda o il semplice appoggio. D’altronde è quantomai arduo non risultare inconcludenti se li lascia il tempo alla difesa avversaria di rientrare, di muoversi in diagonale e di scalare senza pressione. Tanti sono stati i cross a conclusione di una manovra lenta (i centrali difensivi e il portiere sempre piazzati facilmente) così come tanti sono stati gli anticipi dei giocatori gialloblu nei confronti di quelli blucerchiati (frutto di scelte scontate o pensate tardivamente). 

Il Parma ha vinto con merito ma non ha certo mostrato un grande calcio e ritmi di gioco differenti da quelli del Doria. La Samp ha giocato con scarsa cattiveria agonistica, senza far percepire al pubblico alcun tipo di fame di risultato. Ci può stare alla fine della stagione, ci mancherebbe. Certo è che risulta complesso analizzare una partita di questo tipo dal punto di vista tattico. Se queste sono le prossime gare che attendono il Doria, dal punto di vista della prestazione e della fame agonistica, allora è meglio che passino in fretta

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