La Samp dei Desaparecidos - Samp News 24
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2013

La Samp dei Desaparecidos

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Puoi giocar bene, puntare sull’estetica, divertire il pubblico ma nel calcio, e soprattutto a certi livelli, si sa, il risultato è l’unica cosa che conta. E da questo punto di vista la disfatta di Udine è per la Sampdoria l’ultimo di una serie di passaggi a vuoto, la goccia che fa traboccare un vaso di delusione per troppo tempo celata dalla sensazione di essere già salvi e dal desiderio di vivere, per una volta, un campionato tranquillo. Ecco perché, nonostante la Samp abbia fatto una buonissima partita, i tifosi non ci stanno e si ribellano: le critiche post-Udinese si abbattono soprattutto sul plotone argentino, i cui componenti sono rei di essersi cullati sugli allori e, soprattutto, di aver risposto con la più stucchevole supponenza alla passionalità degli sproni dei tifosi. Fiero condottiero di tale sciagurata combriccola è l’enfant prodige Mauro Icardi, la cui negatività delle prestazioni è diventata una routine di cui continuare a parlare potrebbe risultare persino noioso. Ad onor del vero, c’è da ammettere che non ha iniziato così male. Rossi l’avrà istruito bene, prima del calcio d’inizio: lui ed Èder hanno iniziato la partita muovendosi molto ed interscambiandosi con buon dinamismo e senso tattico. Poi, l’argentino di Rosario è letteralmente sparito dal campo e il suo elettrocardiogramma calcistico è tornato ad essere come lo conoscevamo, cioè piatto

Ma la star della disgraziata giornata friulana è un’altra. Si tratta di Sergio German Romero, iconoclasta argentino che ha fatto del “pensare troppo in campo fa male” il mantra che lo guida nelle sue apparizioni calcistiche. Perché le sue doti atletiche e balistiche sono quelle che servono ad un portiere per poter difendere la porta di una delle più importanti nazionali del mondo, ma è l’applicazione mentale dell’ex portiere dell’AZ alle dinamiche del gioco, a rovinare tale background e a renderlo un portiere tutto sommato mediocre. Quella che doveva essere la stagione della sua consacrazione e che, ad un certo punto sembrava assumerne i contorni, è stato un capitolo particolarmente amaro della sua carriera, probabilmente l’ultimo in blucerchiato. Il rapporto tra Romero e la Samp, mai sbocciato del tutto (reciprocamente), è ai titoli di coda: l’argentino non vuole ridursi o quantomeno spalmare il suo ingaggio, ed è probabile che la Sampdoria decida di affacciarsi ai vari estimatori di cui Romero gode in Europa e non solo. 

Di questo plotone, che annovera anche l’appesantito Maxi Lopez, che nemmeno gode di stima incondizionata presso il popolo doriano, potrebbe non scendere in campo nessuno contro il Catania dei tanti connazionali nella delicata sfida di mercoledì. L’ennesima papera di Romero e l’effervescenza di Sansone hanno messo Delio Rossi in condizione di rivedere le sue gerarchie. L’allenatore di Rimini ci penserà bene perché i risultati delle partite di ieri pomeriggio danno alla Samp un match point che proprio non si può fallire: servono punti. Potrebbe bastarne uno, noi ne vogliamo tre: siamo quasi salvi da troppo tempo.

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