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2015

Messina sul caso Morganella: «Ieri il primo errore certificato. La tecnologia…»

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Il giorno dopo a tener banco è l’episodio del gol non visto di Morganella in Samp-Palermo. Un episodio che attira ancor di più l’attenzione sul necessario avvento della goal-line technology, già presente in Premier League. Una tecnologia della quale si sente un enorme bisogno, se si pensa che c’è stato anche l’episodio legato al gol di Astori in Udinese-Roma del 6 gennaio scorso.

A tal proposito ha parlato il responsabile della CAN A Domenico Messina, che ha menzionato quanto accaduto ieri al Ferraris ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport, facendo un confronto con l’episodio di Astori: «Le azioni sono diverse. A Genova c’è stato un tiro da fuori area molto forte, a Udine l’azione è stata più lenta con l’arbitro posizionato all’interno dell’area. In Friuli c’era maggiore possibilità di percepire la posizione del pallone». Sull’introduzione della tecnologia con la possibilità di tenere gli addizionali: «È il momento di introdurre la tecnologia, in quest’ultimo mese è accaduto qualcosa mai successo prima. Ieri è stato il primo errore certificato, sugli altri episodi si discute ancora. È chiaro che, aggiungendo la tecnologia all’occhio umano, è un vantaggio per noi ma soprattutto per il calcio».

Ci si chiede se gli arbitri di porta siano sufficienti per analizzare queste situazioni: «Ieri a Genova non c’era un arbitro qualunque, c’era anche Orsato che non è il primo arrivato. La qualità degli arbitri non è identica come non è identica la qualità della gare. Devo fare i conti con i venti arbitri a disposizione, devo utilizzare anche gli arbitri di Serie B che hanno comunque 12-15 anni di carriera alle spalle e hanno già esperienza. Ma è ovvio che l’esperienza di un arbitro internazionale non è la stessa di un direttore di gara giovane, che si è appena affacciato sul palcoscenico della Serie A. Cerco di far ruotare gli arbitri addizionali per tutte le squadre».

L’ultima questione verte sulla posizione dell’addizionale Chiffi durante la gara di ieri: «Noi consigliamo di fare movimenti per non avere il palo nel proprio cono ottico, ma non è facile fare un movimento idoneo in una frazione di secondo quando parte un tiro da venti metri a 90-100 km/h».

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