Ponce si racconta: «Non mi aspettavo tutto ciò. Sogno la prima squadra» - Samp News 24
Connettiti con noi

2015

Ponce si racconta: «Non mi aspettavo tutto ciò. Sogno la prima squadra»

Pubblicato

su

Tredici gol in tredici gare disputate con la Primavera della Sampdoria non sono certo numeri da poco, e siamo solo a metà campionato. Il bomber venezuelano Andrès Ponce è diventato un vero e proprio leader nella sua categoria e sta trascinando, a suon di gol, la squadra nelle prime posizioni: qualità, prestanza fisica e senso del gol fanno di lui un perfetto numero 9.

Proprio il talento classe ’96 ha rilasciato una lunga intervista a gianlucadimarzio.com, parlando per prima cosa del suo momento di forma, e con un certo stupore: «Diciamo che in un certo senso non me lo aspettavo, ma mi alleno molto. Lavoro per migliorare sia fisicamente che tecnicamente, mi preparo mentalmente per fare gol ed essere sempre utile alla squadra. Il nostro allenatore, Francesco Pedone, mi ha dato molto fiducia e mi consente di svolgere il mio ruolo in modo tranquillo, e questo è molto importante per me».

Di nazionalità venezuelana, ma l’attaccante blucerchiato ha in realtà origine colombiane: «Sì, mio padre è colombiano, faceva il venditore ambulante e si è trasferito in Venezuela dove ha vissuto per molti anni. La passione per il calcio viene dalla mia famiglia, che mi appoggia e sostiene sempre, una cosa fondamentale per me. Ho iniziato a giocare da giovanissimo ma non era facile, la situazione economica non era favorevole e anche avere le scarpe per giocare era molto complicato. A soli 16 anni, tuttavia, sono diventato professionista nel mio paese e poi sono passato in Portogallo. Ora sono a Genova e spero di riuscire a diventare un professionista anche con la Sampdoria».

Una possibilità di approdare in Italia si era già verificata con il Milan, ma non andò a buon fine: «A quindici anni sono stato per un mese in prova  con i rossoneri, ma non sono stato preso perché c’erano tanti problemi legati alla mia età e anche al fatto che ero extracomunitario. Sono ritornato in Venezuela e ho continuato a lavorare piuttosto che rimanere in Italia senza fare niente».

Certamente il nostro modo di concepire il calcio è una bella difficoltà da superare, ma lui sembra essersi adattato senza tanti problemi: «In Venezuela il ritmo è meno intenso, in Italia i contrasti sono molto duri e a volte cattivi. E’ la classica differenza tra il calcio europeo e il calcio sudamericano, che privilegia la tecnica piuttosto che la facilità. Un calciatore sudamericano, arrivando in Europa, si trova in un ambiente completamente diverso e deve trovare le risorse mentali in se stesso per superare tutte queste difficoltà».

Oltre che nelle squadre di club, Ponce ha fatto una bella gavetta anche nella Nazionale giovanile del suo paese: «Ho giocato in Under 15, Under 17 ed Under 20. Non sono ancora riuscito ad indossare la maglia della Nazionale maggiore, anche se nel 2014 ho partecipato ad un raduno e giocato in una partitella tra tutti i nazionali scelti dal selezionatore Noel Sanvicente».

Una piccola autodescrizione e poi la rivelazione del suo idolo da cui prende spunto: «Penso di essere un giocatore strutturato a livello fisico, di aver un bel colpo di testa, di possedere una buona mobilità e aggressività, soprattutto all’interno dell’area di rigore nel cercare la palla e trovare la porta. Mi ispiro molto a Radamel Falcao, il mio idolo. Fin da piccolo lo guardavo e osservavo il suo modo di giocare. Non lo conosco ma penso spesso a lui quando sono in campo». Se deve scegliere, invece, un giocatore della Sampdoria a cui ispirarsi, il ragazzo non ha dubbi: «Muriel è un calciatore fortissimo. Mi piace il suo modo di giocare e di essere professionista. Quando ci alleniamo insieme è sempre disponibile e scambia molte volte qualche parola con me: è sempre ben disposto verso di me e mi onora della sua attenzione. Cerco di osservarlo per carpire qualche segreto della sua classe».

La punta della Primavera fa poi chiarezza su quelli che sono i suoi obiettivi stagionali, con il sogno nel cassetto di passare sotto la guida di Montella: «Fare tanti gol con la Primavera con la speranza di essere chiamato in prima squadra dove spero di fare anche bene. Per il momento devo rimanere concentrato ogni giorno in quello che faccio in Primavera per riuscire a destare l’interesse dell’allenatore della prima squadra e ottenere la sua fiducia».

Quando si parla di episodi particolari nella sua carriera, il giovane tirare fuori un aneddoto molto interessante: «Avevo dodici anni e giocavo il torneo Under 12 con l’Atletico Maracaibo. Per la mia altezza l’allenatore mi voleva far giocare centrale di difesa ma io mi ero rifiutato perché avevo promesso a mia nonna che avrei fatto tanti gol in quel torneo. Così mi mise in attacco ma mi disse che se non avessi fatto gol la partita successiva l’avrei giocata da difensore centrale. Feci una tripletta dimostrando che ero un attaccante e non un difensore, vinsi poi il titolo di capocannoniere del campionato. La mia emozione più grande? Quella di contribuire ai successi della mia Nazionale Under 17 nel campionato sudamericano del 2013 in Argentina. In quella manifestazione – racconta – arrivammo secondi e feci sette reti in otto gare. Questo mi ha consentito di essere conosciuto nel mio paese come calciatore. Mi ha dato la possibilità di rendere felice i miei genitori comprando loro una casa e una macchina, grazie al premio che il Presidente venezuelano Nicolás Maduro ci ha dato in quella occasione».

 

Copyright 2024 © riproduzione riservata Samp News 24 - Registro Stampa Tribunale di Torino n. 44 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 - PI 11028660014 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a U.C. Sampdoria S.p.A. Il marchio Sampdoria è di esclusiva proprietà di U.C. Sampdoria S.p.A.