Crisi Sampdoria, oltre 200 milioni di debiti: tutte le cause
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Crisi Sampdoria, oltre 200 milioni di debiti: tutte le cause della caduta libera

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La Sampdoria ha accumulato un debito da 200 milioni di euro durante la gestione di Massimo Ferrero: tutte le cause

La Sampdoria sta attraversando il periodo più cupo della sua storia. Malgrado l’ultimo posto in classifica, a preoccupare maggiormente è la situazione finanziaria del club blucerchiato, che nelle ultime settimane – in attesa di un acquirente disposto a rilevare le quote societarie – ha avviato la procedura di composizione negoziata della crisi. Il debito attuale è di oltre 200 milioni di euro (+80 milioni rispetto al 2018), cifra assurda se consideriamo gli scarsi obiettivi sportivi conseguiti sul campo. L’unico degno di nota risale alla stagione 2014/15, culminata con la qualificazione ai preliminari di Europa League grazie alla mancata concessione della licenza UEFA al Genoa. L’era di Massimo Ferrero è sempre stata caratterizzata da plusvalenze remunerative: su tutte, si pensa alla compravendita di Milan Skriniar e Patrik Schick.

Tuttavia, sono moltissimi gli investimenti onerosi che hanno causato una grave perdita alle casse della Sampdoria, al netto di debiti tributari e di quelli nei confronti di banche e creditori. Calciatori come Jakub Jankto (15 milioni all’Udinese), Dennis Praet (11 milioni all’Anderlecht), Emil Audero (20 milioni alla Juventus), Duvan Zapata (22 milioni al Napoli), Jeison Murillo (14 milioni al Valencia), Ronaldo Vieira (7 milioni al Leeds), Omar Colley (8 milioni al Genk), Gaston Ramirez (9 milioni al Middlesbrough), Nicola Murru (7 milioni al Cagliari), Jacopo Sala (6 milioni al Verona), Ernesto Torregrossa (7 milioni al Brescia), Antonino La Gumina (6 milioni all’Empoli), Fabio Depaoli e Mehdi Leris (7 milioni al Verona).

Spese che la società poteva permettersi oppure no? Un mistero che resterà irrisolto, al contrario di quelle che sono state le cause che hanno fatto precipitare la condizione economica della Sampdoria. Se alle ingenti spese si aggiungono la costruzione di Casa Samp, l’acquisto di una nuova sede a Bogliasco (oltre a quella di Corte Lambruschini, tuttora utilizzata) e la creazione di SampCity, megastore a tre piani situato in via XX settembre a Genova. Insomma, nel momento in cui il giocattolino si è rotto, le scelte compiute dalla dirigenza negli ultimi anni hanno creato più danni della grandine. E ora tocca ai quattro membri del CdA metterci una pezza per salvaguardare il destino di un club la cui storia non merita di essere né calpestata né cancellata.

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