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Sampdoria involuta: i tre motivi della crisi

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La Sampdoria si è smarrita: le cause principali sono tre, e riguardano tutti i reparti della squadra blucerchiata

La Sampdoria si è fermata a Bergamo. Parafrasando il titolo di un famoso libro, verrebbe da dire che la squadra allenata da Marco Giampaolo, dopo la vittoriosa trasferta contro l’Atalanta, non è più riuscita a vincere, ma nemmeno a convincere. Sassuolo, Milan, Torino e Roma non sono certo le ultime della classe, d’accordo, ma beccarsi 11 reti in 3 partite dopo essere riusciti a prenderne solo 4 nelle precedenti 9, fa un po’ specie. Cosa è successo alla Sampdoria? Perché da ormai tanti anni non si riesce a giocare un campionato sullo stesso livello ma bisogna vivere un costante susseguirsi di saliscendi, un ottovolante di reazioni emotive, un continuo alternarsi di esaltazione e depressione?

I motivi che, come lo scorso anno e come l’anno precedente, hanno portato la Sampdoria ad una brusca frenata dopo un periodo di ottimi risultati, sono essenzialmente tre. Punto numero uno: la Sampdoria che prendeva sì e no un gol a partita non poteva essere la Sampdoria di tutto il campionato. A volte la fortuna, a volte l’imprecisione degli avversari hanno aiutato Emil Audero a raccogliere pochi palloni in fondo al sacco, oltre al fatto che la difesa sembrava reggere oggettivamente meglio. In questo senso, passaggio a vuoto contro il Torino a parte, la colpa del calo non è nemmeno tanto dei centrali – Joachim Andersen e Omar Colley a Roma non hanno fatto certo una brutta partita -, quanto dei terzini: Bartosz Bereszynski e Nicola Murru vanno in difficoltà contro esterni rapidi: Federico Di Francesco, Suso, Iago Falque, Stephan El Shaarawy, Justin Kluivert e giocatori di questo tipo hanno fatto letteralmente ammattire i due esterni difensivi doriani nelle ultime partite. E le alternative al polacco e all’ex Cagliari sostanzialmente non esistono: Jacopo Sala è ormai screditato, più dal pubblico che dal tecnico, nel ruolo di terzino e Junior Tavares non ha mai visto il campo.

Punto numero due: il centrocampo. Dopo le ottime prove nelle prime partite, gli interpreti del reparto mediano blucerchiato sono andati incontro ad un periodo di appannamento dovuto anche e soprattutto al dispendioso lavoro richiesto da parte di Giampaolo alle proprie mezze ali. In tal senso, è mancato molto l’apporto del giocatore che avrebbe dovuto dare quel qualcosa in più al centrocampo, Jakub Jankto. In sostanza, ad aver ruotato i due posti liberi ai lati di Albin Ekdal sono stati Dennis Praet – dopo l’infortunio -, Edgar Barreto – ora infortunato – e Karol Linetty, reduce da un mese poco convincente. Punto numero tre: la leggerezza dell’attacco: senza Fabio Quagliarella, lo si è visto a Roma, la Sampdoria fatica terribilmente. Gregoire Defrel e Gianluca Caprari non ne hanno tenuta una davanti, consentendo alla Roma di alzare il baricentro e di schiacciare i blucerchiati. Perché non mettere Dawid Kownacki prima, data l’ennesima prova incolore di Caprari in attacco? Ci sarà forse bisogno di intervenire a gennaio per rimpinguare un attacco che sembra vivere solo delle folate di Defrel e dei colpi di Quagliarella. Intanto, una soluzione andrà trovata al più presto, anche e soprattutto considerando che il derby del 25 novembre è una partita che non si può davvero sbagliare.

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