Sampdoria, parla il motivatore: «Vi svelo cosa deve fare Ranieri»
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Sampdoria, parla il motivatore: «Vi svelo cosa deve fare Ranieri»

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Roberto Re, mental coach e tifoso della Sampdoria, fa il punto in vista del match contro il Bologna e svela i problemi di rendimento

Roberto Re, mental coach e tifoso della Sampdoria, ha fatto il punto in vista del match contro il Bologna e ha analizzato il rendimento di Claudio Ranieri e Sinisa Mihajlovic. Le sue parole al Secolo XIX.

STALLO – «Gli alti e i bassi del rendimento possono trovare una spiegazione nel limbo delle rispettive motivazioni di Bologna e Sampdoria. Quando si è troppo lontani dall’obiettivo più elevato, tipo l’Europa, ma anche dall’obiettivo più temuto, nel calcio la retrocessione, è fatale restare ostaggio di una tensione agonistica altalenante».

DIFFERENZA – «Ci sono i campioni, che fanno la differenza. La mentalità del campione non ha bisogno di stimolo, di un obiettivo per voler eccellere, è nella sua natura. Un esempio? Ibrahimovic. Quanti suoi compagni abbiamo sentito raccontare dei suoi atteggiamenti anche in un semplice torello in allenamento: vuole sempre vincere, non contempla mai la situazione “non importante”. E questo ne fa un campione decisivo ancora oggi, alla sua età. Ma di campioni così, putroppo o per fortuna, ce ne sono pochi. La maggior parte sono sportivi umani che dipendono dagli stimoli primari dell’essere umano».

STIMOLI PRIMARI – «Puntare a non soffrire o a godere il più possibile. Non soffrire nel calcio è la lotta per retrocere. Godere è puntare all’Europa o allo scudetto. E visto che Sampdoria e Bologna sentono di non avere nessuno di questi due problemi, ecco fatalmente l’adagiamento motivazionale».

RANIERI – «Sta facendo benissimo: lui utilizza il turnover di tutta la rosa per tenere alti gli stimoli della competitività e non far adagiare. Ma turnover significa cambiare molto e quando si cambia ci si può esporre anche a performance inattese, perché magari gioca qualcuno che non sta giocando da tempo e non sai come risponderà. Teniamo conto che queste rotazioni sono sì per cercare la prestazione ma in un club tranquillo a centro classifica conterà sicuro anche la valorizzazione di giocatori che serve far giocare perché maturino».

DAMSGAARD – «Lui, ma non solo lui. Comunque il giovane danese, visto che parliamo di lui e che tifo Sampdoria, lo trovo fortissimo. È una gioia vederlo e pensare quanto è giovane e può ancora crescere».

MIHAJLOVIC – «Sinisa lo conosciamo bene tutti per gli anni alla Sampdoria. Io personalmente ho amato quello che ha fatto quando era da noi. Lui punta tutto sul trasferimento in campo della sua carica agonistica, della sua fortissima motivazione. È un processo più brutale e anche appariscente di quello di Ranieri ma anche in questo caso non sempre ha lo stesso effetto. Il fatto che lui stesso parli di squadra psichiatrica dice che non è soddisfatto di quello che raccoglie».

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