Chiesa: «La Samp merita il terzo posto; ho giocato con i più grandi attaccanti in circolazione» - Samp News 24
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2014

Chiesa: «La Samp merita il terzo posto; ho giocato con i più grandi attaccanti in circolazione»

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Enrico Chiesa si racconta, tra passato, presente e futuro. «Mi tengo in forma allenando la Primavera della Sampdoria – apre, con ironia il tecnico, ospite negli studi di SportitaliaIl mondo degli allenatori è a parte rispetto a quello dei calciatori: vivi la giornata pensando ventiquattro ore su ventiquattro a dei ragazzi che hanno tra i sedici e i diciotto anni». 

La Sampdoria di oggi come quella di Chiesa? Forse un po’ eccessivo, ma non si può non guardare in faccia alla realtà. Una realtà che sorride alla formazione di Mihajlovic, che l’attaccante arrivato da Pontedecimo conosce bene avendo la fortuna di lavorarci a stretto contatto. «Finchè puoi lottare e hai le possibilità per farlo perchè no, viste le difficoltà delle grandi squadre. Ogni anno c’è una sorpresa sia nelle zone alte della classifica che nella zona retrocessione. La Sampdoria non è in quella posizione di classifica a caso ma perchè c’è una grande programmazione, per un presidente che ha portato entusiasmo, che cerca di sdrammatizzare, per un allenatore importante, che conosce l’ambiente e credo che in questo anno ha portato i propri risultati». 

Spazio amarcord, ricordando il glorioso passato vissuto con le maglie di Sampdoria, Fiorentina, Parma, Lazio e Siena. «Ultimamente ho incontrato Crespo che allena la Primavera del Parma. Ci sono stati bellissimi ricordi, devo dire che ho giocato a fianco dei più grandi attaccanti in circolazione. Quando giocavo con Mancini, giocavo più in avanti. Con Crespo e Battistuta giocavo più indietro, mi sono messo a loro disposizione. Il più grande rimpianto? La rottura del tendine rotuleo. Non bisogna nascondere che quando capitano questi infortuni la tua carriera cambia, però mi sono tolto grandi soddisfazioni andando alla Lazio e al Siena». 

«Il mondo Sampdoria lo conoscevo da quando avevo sedici anni, ho vissuto in compagnia di grandi giocatori. Anche quando sono andato a fare esperienze fuori non è cambiato niente perchè li conoscevo già». 

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