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2013

A quattro punti dal modulo

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È una buona Sampdoria quella che perde contro la Roma; forse la migliore di questa stagione, pur essendo solo all’inizio. La Sampdoria corre, crea, si batte e si sbatte contro quella che è al momento, classifica alla mano, la squadra più forte d’Italia, cinica e precisa, per quanto ieri sera abbia potuto costruire poco nei prati del Ferraris. Una Sampdoria messa in campo in maniera quasi del tutto nuova che riparte dal quattro, quattro difensori e quattro centrocapisti, con due esterni che all’accorrenza fanno diventare a quattro l’attacco, perché nascono fondamentale per quello.

Questo è forse il modulo più adatto che abbiamo visto per la Sampdoria in queste prime giornate. Rossi li ha provati tutti, dal 3-5-2 di inizio campionato fino alla finta seconda punta con Wszolek passando per un tenero tentativo di albero di Natlae. Ora questo modulo riparte da dei punti focali che concretizzano in quattro punti i passaggi della Sampdoria, nella speranza che per il futuro ci si possa ostinare a migliorare quanto di buono visto oggi.

Punto primo. Andrea Costa è tornato a fare il terzino. È una conseguenza, ma è una conseguenza che apprezziamo: è tornato lì dove è stato con Iachini e con Ferrara, è tornato lì dove giocò anche l’anno scorso contro quel Milan al quale segnò il primo gol stagionale del Doria. Ha spinto, ha faticato, ha difeso e ha annullato Marquinho con quantità oltre a farsi rivedere in avanti. Ottimo ritorno e forse ruolo più congeniale per l’ex uomo di Atzori.

Punto secondo. Daniele Gastaldello è tornato al centro della difesa. Nel ruolo di terzo a destra stava diventando, diciamocelo, dannoso. Oggi, per quanto insieme con Mustafi si sia fatto scappare Benatia – tral’altro gol nato dall’ennesimo buco centrale, proprio come con Ekdal – il capitano blucerchiato ha lavorato bene e ha ripreso lo smalto che sembrava smarrito. Sul gol del raddoppio della Roma tiene anche bene la posizione su Totti cercando di spostare Mustafi su Gervinho con il braccio: ci prova, ma il tedesco non ci crede. 

Punto terzo. Pawel Wszolek è tornato nel ruolo che Rossi gli diede a Bardonecchia. Giocò esterno di centrocampo a sinistra nella prima amichevole, dimostrando una grande fisicità ma ancora un po’ di lentezza nel controllo. Poi è cresciuto, è migliorato, ha preso empatia con il nostro calcio e con le indicazioni del mister. Ora ha bisogno di trovare il minutaggio giusto e può davvero essere il nostro esterno sinistro, con grande propensione all’attacco perché fondamentalmente nasce ala sinistra. Un buon tocco di palla per il polacco e tanta propensione al sacrificio. 

Punto quarto. Nedad Krsticic s’è perso: qualcuno può andare a cercarlo? D’altronde io quel numero 25 in mezzo al campo non lo vedo più. E no, non è Maresca la soluzione: perché il centrocampista di Pontecagnano Faiano se rientrasse oggi in campo sarebbe lento uguale, se non di più, a inserirsi nei meccanismi doriani. Bisogna ritrovare Krsticic. Null’altro. Magari, potrei accettarlo, è il momento di riportare Palombo lì dov’era prima che tutto finisse. 

Purtroppo, però, le cose che vanno male le sappiamo tutti e sono più di quattro. Ma quelle che le diciamo a fare? L’allenatore che è in noi può sopperire alla mia mancanza da giornalista. 

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