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Editoriale

I campi di patate, il 2017 e i sanniti

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Con la Spal chiudiamo al meglio il 2017, l’anno migliore della gestione Ferrero. Ora la testa va al Benevento, per una sfida fondamentale

Giampaolo entra in sala stampa, per la conferenza post-gara, e tuona, pregando i giornalisti presenti di riportare le sue parole pedissequamente: «Questo campo è una merda». Prima ancora che gli si possa domandare qualcosa, sul piano tattico o sul piano del gioco o sui cambi, il tecnico blucerchiato trova la giustificazione più valida a una prestazione come quella contro la Spal. In tutta onestà la mia spiegazione, durante la partita, l’avevo trovata già nel catenaccio forsennato degli spallini, che hanno giocato di rimessa e sono arrivati a infastidire Viviano solo su calci piazzati e con un’azione poco dopo il 70′. Per il resto erano in undici dietro la linea del centrocampo, a difendersi dall’avanzata del Doria, che ha cercato – come logica suggerisce – la vittoria. Che il campo fosse “di patate”, come piace dire ai colleghi più colti, è abbastanza risaputo, perché lo vediamo tutte le settimane, grazie all’alternanza Sampdoria-Genoa. Che possa condizionare le partite e i risultati è giusto che Giampaolo lo dica e lo faccia presente.

Al di là di questo, dato che della partita si è già parlato abbondantemente e che il risultato è sotto gli occhi di tutti, tracciamo un bilancio di questo 2017, che è stato indubbiamente l’anno migliore possibile della gestione Ferrero. D’altronde se pensiamo alla stagione della qualificazione in Europa League troviamo tantissime scorie ancora da digerire e la seconda metà di quell’anno coincise con la terribile eliminazione dalla competizione europea per mano del Vojvodina: il 2017, invece, ha permesso al presidente blucerchiato di trovare un collettivo amalgamato, con un allenatore che sta costruendo un bel gruppo e che continuiamo a sperare possa costruire traguardi e successi dinanzi a sé. Nel post-gara, nella zona mista, con Regini e Viviano si è affrontato proprio questo discorso: adesso è inutile nascondersi ed è il momento di dire che la Sampdoria vuole il sesto posto e vuole l’Europa. D’altronde il girone di andata è terminato – anche se a noi manca una partita, con la Roma, il 24 gennaio – e ci ha promosso sesti con 30 punti raccolti in 18 giornate. Potete leggerla da voi, la classifica: soltanto le cinque big del campionato hanno fatto meglio del Doria, e di queste big una è addirittura caduta al Ferraris, mentre altre due hanno dovuto faticare per un 3-2 strappato con i denti (Napoli e Inter).

Certo è che le inseguitrici si sono fatte sotto in questo periodo: l’Udinese ha raccolto 5 vittorie consecutive su 5 gare disputate con la gestione Oddo, il che li ha portati immediatamente a ridosso della Sampdoria, con appena tre punti di differenza. Una bella cavalcata, con un collettivo che già con Delneri aveva saputo punirci: sarà una bella corsa, che però prima dovrà passare da Benevento. Perché il giorno dell’Epifania bisognerà affrontare una squadra che sta ritrovando coraggio e fiducia e che arriva anche dalla prima vittoria in Serie A. Non vi dirò mai che Benevento è un crocevia, perché sarebbe ridicolo e poco credibile: vi dico, però, che sarà fondamentale tenere l’Udinese distante e dimostrare che nonostante lo stato di forma positivo dei sanniti e degli acquisti che arriveranno nei primi giorni di mercato, la Sampdoria è superiore.

Buon anno nuovo a tutti.

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