Dov'è "Maurito", l'argentino svanito - Samp News 24
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2013

Dov’è “Maurito”, l’argentino svanito

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Sembra strano, ma alcune idee finiscono per ritorcersi sportivamente contro. Dopo il derby d’andata, la Samp lanciò un’iniziativa chiamata “Chi trova Maurito, trova un tesoro”: una caccia per le vie di Genova allo sticker del nuovo idolo della tifoseria blucerchiata dopo il gol nel 3-1 della stracittadina di novembre scorso. Beh, verrebbe da fare un parallelo, vista la situazione attuale: non tanto per trovare il tesoro, quanto solamente per constatare se il ragazzo è ancora qui. Già, perché Mauro Icardi non segna più: l’incantesimo magico sembra essere finito e la rete manca da cinque turni. Purtroppo, a preoccupare, non sono tanto i gol, quanto le prestazioni: l’argentino non sembra più così fondamentale nello scacchiere di Rossi e solo la mancanza di alternative valide sta tenendo l’ex Barca in campo.

Riassunto breve delle puntate precedenti: Icardi arriva a gennaio 2011 a Genova, voglioso di esplodere. Nella stagione in B, lui ci dà un assaggio delle sue potenzialità, con il gol decisivo a Castellamare di Stabia, che sigilla l’entrata ai play-off della Samp. Nell’estate 2012, potrebbe andare in prestito, ma alla fine rimane alla casa madre, convinto di poter ribaltare le gerarchie. Ferrara lo vede poco e lo fa quasi sempre entrare dalla panca; finché, nel derby d’andata, Icardi non vince quasi da solo, causando l’autorete di Bovo e segnando il 3-1 finale. Da quel momento, anche a causa degli infortuni di Pozzi e Maxi Lopez, il ragazzo non si smuove più dall’undici titolare: l’argentino segna otto gol in nove giornate (dalla doppietta a Torino al gol contro il Parma) e approda sulla ribalta nazionale, tanto da andare vicino alla convocazione con la nazionale di Prandelli (salvo poi scegliere l’Argentina).

Poi, la frenata: non segna dal 3 marzo 2013 (1-0 casalingo contro il Parma), ma sopratutto non sembra dare la stessa vivacità di prima all’attacco blucerchiato. Precisiamo innanzitutto una cosa: al di là di come finirà questa stagione, nove gol al primo anno tra i professionisti sono un bottino di grande valore, specie se hai vent’anni e la Serie A l’hai vista solo in tv. Tuttavia, non si può fare a meno di notare come le voci di mercato abbiano una certa coincidenza con il rendimento dell’argentino: da circa un mese, i mezzi stampa non fanno che ripetere che il passaggio di Icardi all’Inter è ormai cosa fatta. E, guarda caso, il ragazzo non sta fornendo un rendimento adeguato proprio nell’ultimo mese e mezzo: l’ultima partita degna dell’Icardi ammirato a Genova è stata contro il Chievo. Parliamo di fine febbraio. E’ tanto tempo per un giovane, che può andare incontro a luci ed ombre, ma che deve essere affamato più degli altri. Invece, l’argentino sembra tirare un po’ indietro la gamba negli ultimi tempi.

Come disse Giulio Andreotti: «A pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca». Ecco, la situazione è abbastanza paradossale: il corpo a Genova, la testa a Milano? Possibile e non, fatto sta che il ragazzo sta perdendo rapidamente le luci della ribalta conquistate in questo 2013. Da quando si dà per fatto l’affare con l’Inter, i media nazionali non si stanno preoccupando più delle sue prestazioni, mentre i tifosi sampdoriani rimangono stupiti dall’involuzione dell’attaccante: che i presunti 13 milioni offerti dai nerazzurri siano, in realtà, il giusto prezzo per un ragazzo di vent’anni? Solo il futuro saprà dirlo. Fatto sta che adesso Icardi deve onorare questa maglia, come ha fatto nei primi mesi di quest’anno: correndo, sudando, lottando. Perché il fatto che sia l’unica alternativa davanti (Rossi sembra lasciare Maxi Lopez un po’ da parte), non è una giustificazione a questo rendimento.

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