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Editoriale

Incerottati, anonimi e prevedibili

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Ennesima sconfitta in trasferta per la Sampdoria: troppi i limiti che infrangono il sogno Europa League

Se dopo la partita contro il Benevento, ad agosto, ci avessero detto che la Sampdoria sarebbe arrivata alla terzultima giornata di campionato ancora in lotta per un posto in Europa League, a 54 punti in classifica, a sole tre distanze dalle squadre che la precedevano, con tutti gli scontri diretti a favore, probabilmente ci avremmo messo la firma. Al netto di un campionato straordinario, resta l’amaro in bocca per aver buttato via alcune gare che una squadra come quella di Giampaolo avrebbe potuto vincere in maniera facile. L’ennesima sconfitta in trasferta, questa volta contro il Sassuolo alla ricerca dei tre punti salvezza, è la conferma che per il salto di qualità manca ancora qualcosa. I novanta minuti del “Mapei Stadium” ci danno la misura di cosa la Sampdoria dovrà cercare di cambiare, a prescindere da chi siederà sulla panchina e vestirà la maglia blucerchiata.

La Sampdoria che è scesa in campo a Reggio Emilia, fatta eccezione per condizioni fisiche degli attaccanti – argomento che comunque merita una piccola parentesi in chiusura -, non è nemmeno una lontana parente della squadra che ha battuto, poche settimane prima, l’Atalanta in trasferta. Le partite lontano dal “Ferraris” che i blucerchiati hanno vinto si contano sulla punta delle dita e il bilancio è fortemente negativo. Il primo tempo di Sampdoria-Sassuolo, ma largamente anche la seconda frazione di gioco, ha presentato una formazione anonima, prevedibile, sulle gambe e fortemente rimaneggiata. Il gol subito, a causa di una palla persa a centrocampo, dà la sensazione che le pile siano praticamente scariche dopo una stagione di tanti alti, in casa, e parecchi bassi, in trasferta. Anche i migliori – Praet, un gigante contro il Cagliari, Torreira e il trio polacco -, sono sembrati appannati e poco lucidi, colpa del caldo ma anche del traino che di solito l’attacco blucerchiato dà a questa squadra. Alla fine è venuto fuori il Sassuolo, nemmeno con un gioco scoppiettante, ma fatto totalmente di anticipi sui palloni e tentativi verso la porta difesa da Viviano.

Giampaolo ha ammesso di essere arrivato a questa partita in netta difficoltà, lo ha dimostrato Quagliarella, praticamente fermo per tutto il primo tempo a stringere i denti, lo ha confermato Caprari, entrato nel secondo tempo ma essenzialmente mai pervenuto, lo hanno annunciato l’assenza di Zapata e le dichiarazioni del tecnico blucerchiato alla vigilia della sfida. La domanda, lecita, da fruitori della partita e non da tecnici, è perché non provare dal primo minuto del secondo tempo la soluzione Ramirez, con Kownacki e Stijepovic. In campo dovrebbe andare sempre la squadra migliore, ma contro il Sassuolo è stata schierata una Sampdoria incerottata e confusa. Comprensibile non voler stravolgere gli equilibri a inizio gara, ma a Quagliarella, che ha tirato la carretta per tutto il campionato, non si può chiedere di più. La speranza ora è di limitare il Napoli, cercare quantomeno di metterlo in difficoltà, per chiudere davanti al pubblico di casa con una prestazione degna delle gare disputate al “Ferraris”.

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