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Obiang-Samp, il ritorno: chi era, chi è e chi sarà

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Obiang torna a Genova dopo tre anni di Premier League: ecco il percorso che ha portato il centrocampista a riabbracciare la Sampdoria

“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”, canta Antonello Venditti. Il giro compiuto da Pedro Obiang, forse, non è immenso a tal punto, ma è comunque un allontanamento cui seguirà, come per gli amori narrati dal cantautore romano, una riconciliazione. E’ infatti ormai tutto fatto per il ritorno del giocatore in Liguria, in quella che anch’egli considera ormai casa sua.

Un amore sbocciato presto

Sì, perché la storia d’amore che lega il centrocampista alla Sampdoria nasce presto e si rafforza in breve tempo: bastano 130.000 euro alla società di Corte Lambruschini per strapparlo all’Atletico Madrid nel lontano 2008. Obiang entra così a far parte del Settore Giovanile blucerchiato e conosce Genova, una città che lo ospiterà per molto tempo e della quale si innamorerà. Prima gli Allievi Nazionali, poi la Primavera – sempre un anno prima rispetto ai tempi canonici. Pedro è un talento, e in prima squadra iniziano ad accorgersene. Lo nota anche e soprattutto Domenico Di Carlo, che lo porta con sé a Moena nel ritiro precedente alla stagione 2010/11 e lo inserisce in prima squadra. Obiang è ormai un giocatore di Serie A.

L’affermazione in blucerchiato

Serie A che, come noto, riserva l’amaro finale della retrocessione alla Samp. Intanto però Obiang ha firmato un rinnovo quinquennale con la società di Corte Lambruschini, inizia a sentirsi parte della famiglia blucerchiata e non pensa due volte a seguire la squadra in B: prima Atzori, poi Iachini, lo mettono al centro del loro progetto tecnico. La riconquista della Serie A porta sulla panchina doriana prima Ciro Ferrara e poi Delio Rossi, tecnici con i quali il ruolo dello spagnolo diventa quello di interno di centrocampo. Il 27 gennaio 2013 arriva la prima grande gioia in Serie A: il gol contro il Pescara, con tanto di esibizione della maglietta con scritto “grazie” rivolta all’ex presidente Riccardo Garrone, scomparso da poco. È l’attestazione di un amore ormai chiaro: Pedro ama Genova, la Samp, i suoi tifosi, ed è un beniamino del pubblico, uno dei pochissimi che sanno cosa significhi giocare per la maglia blucerchiata.

La maturazione e l’addio: nuova avventura in Premier

Dopo una stagione poco convincente per via dei tanti problemi fisici che lo avevano tormentato, Obiang torna alla grande per il campionato 2014/15: segna una rete fantastica contro il Cagliari, tutta potenza e caparbietà. Può essere la stagione della sua definitiva consacrazione, e Mihajlovic lo capisce: sempre titolare al centro della mediana a dirigere le operazioni della squadra. Segna ancora contro l’Udinese e, di tacco, contro il Torino.


Conclude la stagione da affermato play-maker, che fa gola a diverse squadre. A spuntarla è il West Ham, abile nello sfruttare il fascino che la Premier esercita nei confronti di Pedro. Quello di Obiang è un arrivederci più che un addio, lo si intuisce da subito. Il centrocampista, ai nostri microfoni, aveva espresso già allora sentite parole di ringraziamento nei confronti del mondo blucerchiato: «Credo che per nessun giocatore che indossi quella maglia non sia difficile lasciare la Samp. Forse hanno apprezzato il mio sforzo e amore per loro e per la maglia. Ci siamo voluti bene a vicenda, mi hanno aiutato a essere importante per la Sampdoria».

Il ritorno del figliol prodigo

Un addio dunque senza un minimo rancore, ma con un ottimo ricordo l’uno dell’altro. Un addio imposto da scelte di carattere professionistico, non sentimentali. Obiang arriva dunque in Premier, ma l’ambientamento non è semplice: non sono molte le partite che gioca da titolare, specie all’inizio della sua avventura. Al West Ham non è facile scalare le gerarchie, e Pedro impiega più di un anno per imporsi: segna un gol fenomenale contro il Tottenham, ma non basta.

Non è al centro del progetto tecnico di Bilic, né degli allenatori che si succedono sulla panchina degli Hammers. Bisogna cambiare aria. A farsi avanti è proprio la Sampdoria. Ferrero, Osti e Sabatini iniziano a parlare con il giocatore, a chiedere la disponibilità circa un ritorno a Genova. Come rinunciare? La Sampdoria formula l’offerta al West Ham, supera la concorrenza di Fiorentina e Atalanta perché Pedro vuole solo Genova. L’accordo con gli inglesi si trova in poco tempo, quello con il giocatore in tempo zero: ingaggio decurtato e stretta di mano. Biglietto aereo, valigia chiusa, l’Inghilterra è il passato. L’Italia è adesso il futuro. Obiang torna a Genova, riaccolto dai tifosi come il figliol prodigo della famosa parabola. L’amore resta intatto nonostante gli anni di distanza. E Obiang è pronto a scrivere un nuovo capitolo della propria vita professionistica – e sentimentale – con addosso, nuovamente, i colori più belli del mondo.

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