Il doppio ex Briegel: «Che ricordi tra Verona e Genova» - Samp News 24
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2014

Il doppio ex Briegel: «Che ricordi tra Verona e Genova»

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Prima gialloblu per due stagioni, poi il passaggio a Genova e la Samp per altrettanti anni: questa la carriera di Hans-Peter Briegel in Italia, vincente in entrambi i casi. A Verona vinse uno storico scudetto nel 1985, con il Doria una Coppa Italia nel 1988. Del resto, il tedesco ricorda con piacere la sua esperienza blucerchiata: «Fu splendido. Arrivai a Genova a fine carriera. Ebbi la fortuna di conoscere una grande persona come Paolo Mantovani. Il ricordo più bello è legato alla vittoria della Coppa Italia contro il Torino: nella finale l’andata segnai il gol dell’1-0, entrando in area dalla fascia sinistra. Il mio tiro colse di sorpresa il portiere granata».

La Samp lo pagò parecchio per l’epoca, ben quattro miliardi di lire: «A quei tempi si potevano acquistare solo stranieri che avevano giocato in Italia. Forse è stata la mia fortuna. La Samp mi pagò tanto perché avevo vinto lo scudetto e segnavo molti gol». 21 gol in A: «Senza tirare rigori! In Bundesliga ho segnato 47 gol in 240 partite». Con l’Hellas uno scudetto inaspettato: «Le case erano tutte gialloblu. Fritz Walter mi disse che non aveva visto una festa simile nemmeno quando la Germania aveva vinto i Mondiali nel 1954». Sul tifo per domenica, Briegel è pragmatico: «Per chi ha più bisogno di punti».

L’Hellas è avanti di sei punti rispetto alla Samp in questo campionato e già salvo: «Non possono più retrocedere, ma andare in Europa sarà dura. Il Verona prende troppi gol. Il pari sta bene a tutti e due – racconta il tedesco a “Il Secolo XIX” – Mandorlini ha fatto un’impresa portando il Verona dalla C alla A. Non conosco Mihajlovic come tecnico e come persona, ma è stato un grande calciatore». Elogi anche per Luca Toni: «E’ un grande. Sono contento per lui. Da noi, però, i calciatori di 38 anni non giocano più». Calcio italiano in crisi: «Forse perché mancano i talenti e si è sbagliato qualcosa nelle giovanili. In Germania hanno fatto molto per i giovani calciatori. In Serie A non ci sono grandi squadre, Juve a parte – chiude Briegel – Oggi l’Italia viene dopo Germania, Spagna, Inghilterra e Francia».

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