Krsticic: «A settembre papà. Capitano Samp? Spero di diventarlo» - Samp News 24
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2014

Krsticic: «A settembre papà. Capitano Samp? Spero di diventarlo»

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E’ stato protagonista nella rimonta contro il Livorno, avviandola con il gol del momentaneo 1-2. Ma Nenad Krsticic non si vuole fermare qui: trovato il primo gol in campionato di questa stagione, il centrocampista vuole andare oltre. A breve diventerà papà: «Ero riuscito a tener nascosta la cosa a quasi tutti, anche noi avevamo saputo da poco, però la gioia in quel momento era troppo grande – commenta il serbo – era un gol che poteva cambiarci la partita e quindi la stagione. E’ stato un gesto istintivo, sono davvero contento». Così come è felice la fidanzata: «Jelena è di Belgrado come me, ha finito l’università e lavora come modella. Stiamo insieme da un anno, diventeremo genitori a settembre. Ci hanno detto che al 90% sarà un maschietto».

TRA MATRIMONIO ED ESORDI – Non solo bimbi in arrivo, ma altre news: «A giugno ci sposiamo. Se sarà possibile lo faremo a Genova, dobbiamo ancora capire e chiedere informazioni al consolato di Milano. Jelena finora mi è stata accanto con gli intervallo legati alla sua condizione: non ha il permesso di soggiorno stabile e quindi ogni tre mesi deve tornare a Belgrado. Con il matrimonio la situazione cambierà». La sua prima vita con la Samp iniziò nel freddo polare di Budapest: «Eravamo già fuori dall’Europa League, ma subito dopo c’era il derby. Di Carlo schierò molti Primavera, tra cui me: era l’esordio ufficiale in prima squadra. Perdemmo con il Debrecen, ma per me era comunque una vittoria, visto quello che ho affrontato».

GARRONE E LA B – Una vicenda più volte approfondita, specie da chi vive a Genova e dintorni: «Posso solo dire, ormai, che sarò sempre grato alla famiglia Garrone. Non tutti si sarebbero comportati come loro, per come si erano messe le cose – racconta Krsticic a “Il Corriere Mercantile” – avrebbero potuto rescindere il contratto, invece mi sono stati vicini in tutto e per tutto in un momento difficilissimo. I Garrone saranno per sempre la mia seconda famiglia». Poi è ricominciato tutto, con più spazio nell’anno della B e la fiducia di Iachini: «Credo che la notte di Varese, con quella gente allo stadio sotto il diluvio, gli altri ad aspettarci in autogrill e la folla alle tre del mattino alla Foce, sia finora il ricordo più bello della mia carriera. Tutta quella stagione, la mia prima da professionista, è stata stupenda».

SERIE A E NUMERO 10 – A quel punto, l’esordio in A e la vittoria di San Siro contro il Milan: «Una grande emozione, in uno degli stadi più belli al mondo. Ma sentivo che ero solo agli inizi». Il gol al Franchi di Firenze, il primo nella massima serie: «Che soddisfazione, anche perché sento sempre dire che dovrei fare qualche gol e purtroppo finora ci sono riuscito poco». Il numero 10 per acclamazione nell’ultimo ritiro di Bardonecchia: «Avevo chiesto a Eder, lui ha detto che gli andava bene tenere il 23: a quel punto mi sono fatto avanti». Il numero dei grandi della Samp, da Mancini a Flachi, fino a Pazzini: «Non gioco esattamente nel loro ruolo, tanto per cominciare…».

RUOLO E FASCIA… DA CAPITANO – In fondo, dall’insediamento di Atzori, il serbo ha giocato in qualunque ruolo che gli hanno proposto: «Io avevo sempre detto dove mi sarei sentito più utile, cioè dove gioco ora; poi sono sempre a disposizione. Il 10 è un grande onore, ma anche una grande responsabilità». Garrone spera di vederlo alla Samp il più a lungo possibile. In Krsticic, il presidente il capitano futuro e l’uomo bandiera dei blucerchiati: «Anche le sue parole sono un onore e una responsabilità. Ma senza voglia di migliorarsi si resta fermi. Io spero di diventare un giorno il capitano della Sampdoria – chiude l’estroso centrocampista – E di restarlo a lungo».

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