La punizione dell'Amico - Samp News 24
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2015

La punizione dell’Amico

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Nonostante ci sia tanto da dire sulla partita di ieri viene difficile inanellare ancora una volta le stesse critiche fatte alla stessa squadra da diverse settimane a questa parte: viene difficile perché si finisce, senza nemmeno rischiare, di essere ripetitivi, noiosi, retorici. È anche per questo che quindi vorrei evitare di battere la lingua dove il dente duole e soffermarmi sull’argomento fulcro del post-gara, in mixed zone: i tifosi.

Bene o male hanno parlato tutti di loro, sin dagli avversari come Sergio Floccari, del quale avete letto le dichiarazioni su queste stesse pagine, fino a Matias Silvestre ed Eder, che inevitabilmente devono tranquillizzare i diciannovemila abbonati che cantano per il Doria. Da un lato l’argentino assicura che lotteranno fino alla fine, per risalire la china s’intende, perché nessuno parla di lottare per non retrocedere, ma di periodo da cancellare, dal quale riprendersi. Dall’altro lato Eder li giustifica, comprende il dispiacere della Sud, ma anche di quelli che si trovano nella Nord e assicura: «Se la società decide di andare in ritiro, andremo». Palombo, infine, fa cenno a tutta la squadra di andare sotto la Gradinata, di accettare il richiamo dei tifosi che alla fine della gara, prima di imporre la fuoriuscita degli attributi, convoca tutti i giocatori a rapporto. E il numero 17, che in queste situazioni ci mette sempre la faccia, dalla disfatta europea di Torino a ieri, china la testa, alza le braccia e guida la lenta avanzata verso le due curve. 

È stato il giorno dell’Armata Blucerchiata, doveva essere il giorno in cui la Sampdoria avrebbe mostrato che quelle due sconfitte della nuova erano soltanto figlie di un momento di assestamento, non una consuetudine, non una normalità: questa è l’anormalità. Eppure ieri contro il Sassuolo è sembrato tutt’altro: la parvenza è che questo Doria non ce la fa più. È capitato, però, spesso negli ultimi anni, in quelli del ritorno in Serie A, con Ferrara, con Delio Rossi, con Sinisa Mihajlovic. C’è da dire che in un modo o nell’altro la risalita c’è sempre stata, con tutti e tre, chi con un giocatore a fare da deus ex machina come il tecnico napoletano, chi cedendo il passo a un altro tecnico, come fece il riminese. Senza fare nomi, ché la storia ce la ricordiamo tutti e non c’è bisogno di essere didascalici. 

Ora a Montella toccherà un grande sforzo, un grandissimo lavoro. Qualcuno ha il coraggio di dirlo: non ha i giocatori adatti. Ma quel qualcuno è l’avversario per 90 minuti, è l’amico Di Francesco, che intanto guida il suo Sassuolo in quasi zona Europa, asfalta la Sampdoria in poco più di 30 minuti e nel secondo tempo si permette il lusso di tirare i remi in barca concedendo un gol a Zukanovic. Perché i blucerchiati, purtroppo, iniziano a giocare quando il Sassuolo smette di farlo, come accaduto anche contro il Milan settimana scorsa, quando negli ultimi dieci minuti Eder sembrava essere il più fresco di tutti. Semplicemente gli altri si erano fermati. Se quindi è giusta la teoria di Di Francesco, che di calcio sicuramente ne capisce più di tutti noi messi insieme, altrimenti non guiderebbe quella che è attualmente la sesta squadra d’Italia, a Montella servirà soltanto il mercato invernale. 

Qualcuno dice che il mercato invernale è fatto soltanto per chi non ha fatto programmazione, io mi permetto di dire che il mercato invernale è detto di riparazione e che non sempre la programmazione va bene: d’altronde Ferrero aveva programmato una stagione intera con Zenga e ora c’è un allenatore che sicuramente non si chiama Walter. Allora che si ripari, che si permetta a Montella di riparare la squadra e di avere gli interpreti giusti in campo, partendo da Rugani, continuando con un centrocampista che possa dargli le certezze che oggi non ha, finendo anche con un esterno che possa dargli maggiori alternative rispetto a Lazaros. Perché il tempo è poco, mancano tre partite alla sosta natalizia, tra cui anche la sfida per la Coppa Italia, e dopo pochi giorni dall’apertura del mercato c’è la finale delle finali: il Derby della Lanterna. 

Nella foto: l’Amico, antagonista di 20th Century Boys, manga di Naoki Urasawa pubblicato tra il 1999 e il 2006.

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