Maxi e Stefano, amici-nemici: «Insieme per il bene della Samp» - Samp News 24
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2014

Maxi e Stefano, amici-nemici: «Insieme per il bene della Samp»

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Uno è un esperto giocatore, che ha calcato anche il prato del Camp Nou e ha giocato in una squadra ormai defunta; l’altro sembrava ormai fuori dal calcio che conta, ma è riuscito a dare una buona impressione in queste prime settimane a Genova. Maxi Lopez e Stefano Okaka, amici-nemici per un unico posto da centravanti. I due hanno deciso di sottoporsi a una piccola doppia intervista de “Il Secolo XIX”, nella quale si sono raccontati e hanno narrato delle proprie vicende sportive sin qui.

GLI INIZI – Maxi Lopez: «Ho esordito nel campionato argentino, era l’Apertura, a 17 anni. Entrare in pista così presto presenta i classici due lati della medaglia. Non è mai facile debuttare a quell’età e quindi capisco Okaka. Nello stesso tempo, bisogna però dire che il calcio professionistico non it aspetta e se ti capita l’attimo, bisogna coglierlo. Con il tempo poi sviluppi la maturità mentale e tecnica: sono contento, perché a 29 anni mi ritrovo con 12-13 anni di carriera alle spalle. Penso di aver fatto molta strada». Okaka: «Ho debuttato proprio al Ferraris contro la Samp in A, quando giocavo nella Roma. Avevo poco più di 16 anni. Secondo me è stato un bene: ti consente di vivere le grandi esperienze prima dei tuoi coetanei e quindi finisci con l’acquisire maturità un po’ prima. Se potessi, lo rifarei: del resto, le tensioni fanno parte della carriera di uno sportivo».

LA CARRIERA – Maxi: «Io sono fiero di tutte le esperienze che ho fatto in Argentina, Spagna, Russia, Brasile e Italia. Mi hanno permesso di conoscere molti posti, mi posso considerare un giramondo… e poi ho tanti amici, sparsi qua e là. Ed è un altro aspetto bellissimo della mia vita». Stefano: «Roma, Modena, Brescia, Fulham, Bari, Spezia, Parma… questo è stato il mio percorso. E ogni esperienza ha giocato un ruolo importante nella mia vita e ovunque sono andato ho dato il massimo. Non sento nemmeno questo grande bisogno di stabilità, di fermarmi più a lungo in una società. Anche se nella vita non si sa mai, non puoi prevedere nulla. Mi impegnerò ogni giorno, poi vedremo dove arriverò».

LA CONDIZIONE – Maxi: «Ho sentito la settimana scorsa Mihajlovic parlare di me: «Se non gli succede nulla, per la prossima dovrebbe esser disponibile…». Sto bene e sono al 100%. Poi ovviamente a me piace dimostrare sul campo quanto valgo, perché sono i fatti a dirlo. L’infortunio al piede non ci voleva, ma ho già superato momenti così in carriera. In pochi, quando sono andato via da Catania, avrebbero scommesso che sarei stato utile alla Samp. Invece, ho segnato nel derby. Però devo riconoscere che in questo gruppo stiamo tutti molto bene». Okaka: «Confermo quanto detto dal mister: sto meglio rispetto a quando sono arrivato, ma sono consapevole di poter migliorare ancora, lavorando e allenandomi con continuità. Perchè proprio la continuità è fondamentale per raggiungere la migliore condizione».

LA CONCORRENZA – Maxi: «Sono abituato. Nel mio Barca c’erano Eto’o e Ronaldinho, al Milan Robinho, Cassano e Ibra. Quando la concorrenza è leale, è stimolante. E l’ho sempre vissuta con tranquillità. Per me è un piacere vedere che stiamo bene e abbiamo tutti la possibilità di giocare. Io penso prima al gruppo, al bene di squadra. Per il resto, le scelte spettano al mister». Stefano: «Io alla Roma ho avuto compagni come Totti, Montella, Menez, Julio Baptista. Ma in ogni squadra in cui sono stato ho dovuto sudarmi il posto. Penso che nel calcio d’oggi, con le rose abbastanza ampie, sia normale. Io poi sono arrivato da poco alla Samp: avevo bisogno di tempo per ambientarmi, per farmi conoscere dai compagni. La competizione non mi spaventa, l’ho sempre vissuta serenamente».

L’ESPULSIONE – Entrambi sono stati espulsi dallo stesso arbitro, Russo. L’argentino: «Davvero? Allora era Catania-Palermo. Dopo la partita con il Milan, le mie espulsioni sono diventate argomento d’attualità. Pensavo di averne rimediate un paio in carriera, invece sono qualcuna in più (quattro, ndr). Se ho dimenticato il rosso con il Milan? Lo dimentico domenica con un gol al Livorno. Ho pagato la multa. Con che stato d’animo? L’ho pagata…». L’italiano: «E’ capitato solo una volta (Novara-Spezia, 25 settembre 2012, ndr). Due volte? Ah, è vero: c’è anche un Modena-Spezia di qualche stagione fa, quando giocavo col Modena. Non sapevo di questa comunanza disciplinare con Maxi. Mi è dispiaciuto l’ultima volta per lui, a volte l’adrenalina sale e neanche te ne accorgi. Poi dipende pure dagli arbitri: domenica scorsa a Torino io mi sono innervosito quando ho visto Pasquale simulare malamente di aver subito fallo da me».

COME SI VEDONO – L’ex Catania su Okaka: «E’ un animale, detto in senso buono. Un nero con stile. Parlando di calcio, qualcuno come lui l’ho conosciuto, anche più giovane. Ma Stefano è forte e credo possa diventarlo anche di più». L’ex Roma su Maxi: «Sicuramente un bravo ragazzo, un tipo decisamente “fashion”. Ed è anche un bravissimo calciatore».

IL PREGIO DA RUBARE – Maxi: «La cosa che mi piace di più di Stefano è che praticamente fa reparto da solo. E per un attaccante è un grandissimo pregio, una caratteristica fondamentale». Okaka: «Beh, Maxi è un attaccante completo, tecnicamente molto bravo. Ecco, se dovessi dire una cosa, il suo colpo di testa».

GIOCARE INSIEME – Chissà se Mihajlovic li schiererà mai in campo contemporaneamente. Maxi: «Non lo so, questa è una domanda per il mister. Mi viene da dire perché no, ma ripete le scelte sono di Mihajlovic. Finora, a causa del mio infortunio al piede, in realtà non ci siamo nemmeno allenati troppo insieme. Anche se solitamente, nelle partitelle, siamo in squadre avversarie». Stefano: «Ahahah… per me non ci sarebbero problemi. Al momento, però, mi sembra difficile».

ORA IL LIVORNO – Adesso ci sarà la sfida con i toscani e solo uno dei due giocherà. Maxi: «Non lo so, di nuovo una domanda per l’allenatore. Io sto bene, sono rientrato oggi in gruppo (ieri, ndr). Quindi sono disponibile per la gara contro il Livorno. In questi allenamenti cercherò di convincere il mister, come si dice sempre in questi casi». Okaka: «Bella domanda, ma non per me. Per Mihajlovic. Io cerco di allenarmi bene e di propormi nel modo giusto. Nella mia vita ho sempre vissuto giorno per giorno. Vedremo che cosa riuscirò a fare e a maggio faremo un bilancio».

ANIMALI – Uno è la Galina de oro, l’altro è la Pantera. Due animali… d’area. Maxi: «Questo è uno dei miei primi soprannomi che mi avevano dato in Argentina. Poi nel corso della carriera me ne avevano dato anche qualcun altro. Qua in Italia però mi chiamano e mi conoscono con l’abbreviazione del nome, Maxi». Okaka: «In realtà quando ero a Roma Claudio Ranieri mi aveva chiamato la “bestiolina”, perché Julio Baptista era la “bestia”. Qui a Genova qualcuno mi chiama la “pantera”: va bene così».

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