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Editoriale

Non è questa la Sampdoria che vogliamo

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Un’altra sconfitta spinge la Sampdoria più in basso in classifica: la lontananza dalla zona retrocessione spinge tutto in un purgatorio nel quale non vorremmo mai stare

L’Atalanta che ieri ha rimandato a casa la Sampdoria è una squadra che sta lottando per l’Europa League: non è stata costruita per fare questo, le hanno anche tolto un giocatore che a centrocampo stava condizionando la loro attuale stagione, ma lei continua a correre verso l’obiettivo, nuovo, che si è prefissata. Approfittando quindi delle sconfitte di Lazio e Milan, gli orobici rosicchiano punti e continuano a consolidare la loro posizione in questo mini campionato che si è creato con le due milanesi e con i biancocelesti, per un posto in Europa. La Sampdoria che ieri ha perso contro l’Atalanta è una squadra che non lotta più per nulla, per manifesta volontà del proprio allenatore, Marco Giampaolo: non è stata costruita per fare questo, perché il progetto iniziale era sicuramente focalizzato su ben altri obiettivi, non di Europa, ma quantomeno di crescita collettiva, ma adesso si ritrova ad annaspare nelle zone basse di classifica. Mentre lei perde, l’Empoli vince e si porta a quasi gli stessi punti del Doria, che condivide la posizione col Genoa – magra consolazione per i genovesi – e col Sassuolo, che nelle ultime tre giornate ha inanellato tre risultati utili consecutivi, generando sette punti utili a risalire la china. Approfittando del fatto che la lotta per la retrocessione è oramai fatta e finita, perché il divario di undici punti tra il tandem Palermo-Crotone e l’Empoli è vistosamente eccessivo, la Sampdoria di Giampaolo, con le altre appena citate, può bearsi in questo purgatorio dal quale non sembra voler uscire: non retrocederà, ma continuerà indubbiamente a non competere per nulla.

Senza infilarci in quelle che sono le ennesimi polemiche per un torto arbitrale che decide la gara, l’analisi tattica della gara con l’Atalanta risulta essere quasi impietosa: Quagliarella oramai è stato innalzato a simbolo della nuova gestione, con un contratto appena rinnovato, ma è tutto l’anno che l’attaccante non segna, il che è decisamente un ossimorico danno per la nostra squadra, per di più ha smesso anche di fare il suo lavoro sporco in fase di recupero palla, cosa che faceva fino a qualche mese fa e che gli permetteva, in ogni caso, di giustificare la sua non sempre ottimale condizione in area di rigore. Altresì, però, Muriel è finito a essere, come purtroppo ci si aspettava, l’ombra di se stesso: doveva essere il suo anno, come ogni anno da quando è arrivato al Doria, ma come tutte le stagioni precedenti è arrivato al punto della parabola in cui inizia il suo declino. Ora è nel pieno di questa fase e oramai Giampaolo non lo schiera nemmeno più da titolare: forse è arrivato il momento, dico forse, di iniziare a valutarne la cessione, cedendo a tutti i corteggiamenti che Ferrero ha ricevuto sul finire dello scorso anno, perché piuttosto che avere un giocatore così tanto vale incassare quanto richiesto e investire la cifra ricevuta. Investire, magari, in dei nuovi terzini, per iniziare: è un problema che affligge molte squadre di Serie A (vedere l’Inter, per esempio), ma il ruolo del terzino è sempre fondamentale, sia in fase di spinta, per il loro essere fluidificanti, sia in fase di chiusura, perché la diagonale è sempre una delle armi finali per salvarsi. Ieri Giampaolo ha estratto dalla naftalina Pavlovic, che molto probabilmente lascerà la Sampdoria e la chiameremo plusvalenza, mentre io la chiamerò occasione persa: in fase difensiva abbiamo ben chiaro che il terzino ex Frosinone e Grasshopper non è una cima, ma in fase di costruzione attualmente, soprattutto sui calci piazzati, l’ex svizzero e neo bosniaco è l’unico in grado di pennellare qualcosa di sensato. Dall’altro lato, invece, resta Pereira, che dopo lo stupore iniziale degli annali che lo hanno etichettato come il giovane con più presenze in uno dei cinque massimi campionati europei, ha dovuto confrontarsi con la realtà dei fatti: quest’anno è un terzino con qualche colpo interessante, ma che probabilmente, così come Sala, non riesce a esprimersi al meglio col Doria. Al 23 di gennaio, però, la Sampdoria sul mercato non ha mosso alcuna pedina, tolto un acquisto dall’estero, e probabilmente ne muoverà soltanto una nel ruolo appena citato. D’altronde è una questione di purgatorio: non si retrocedere, ma si crede in un progetto che, per ora, in molti non hanno saputo notare. Il punto è che non è questa la Sampdoria che vogliamo.

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