D'Aversa Sampdoria: tradizione, rispetto e responsabilità. Gli ingredienti
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Editoriale

Tradizione, rispetto e responsabilità: gli ingredienti di D’Aversa alla Sampdoria

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D’Aversa si è presentato come nuovo allenatore della Sampdoria: responsabilità, senso di appartenenza e convinzione dei propri mezzi

«Ringrazio il presidente Ferrero e la Sampdoria per l’opportunità che mi ha concesso. Sono in un club blasonato. In passato ho avuto la fortuna di indossare questa maglia, le emozioni che la Gradinata Sud trasmette durante la partita sono ancora forti. Sono stato soltanto sei mesi, ma ho sempre desiderato di tornare qui da calciatore o allenatore. Per me è motivo di orgoglio allenare un club tanto prestigioso. Possiamo fare risultati importanti. Ogni allenatore deve analizzare gli obiettivi, le prospettive e il carattere di ciascun calciatore. Lo spogliatoio è importante: voglio che i senatori del gruppo trasmettano il senso di appartenenza per lavorare in maniera dura e nel rispetto delle regole». Con questo biglietto da visita Roberto D’Aversa si è presentato al popolo blucerchiato, mostrando subito rispetto per la tradizione, responsabilità, professionalità e tanta voglia di riscatto dopo la parentesi negativa al Parma, retrocesso in Serie B al termine della passata stagione. Non sarà semplice replicare quanto di buono fatto negli anni precedenti da Marco Giampaolo Claudio Ranieri, ma almeno a parole è stato compiuto un passo importante. D’Aversa ha voluto “ripulire” la propria immagine e dare garanzie a una tifoseria che ha storto il naso già dalle prime voci che accostavano il suo nome alla Sampdoria.

Il nuovo tecnico doriano si è lasciato andare a un excursus temporale che va dalle imprese di Boskov e termina con l’ultima parentesi durata un anno e mezzo di Ranieri. Ha citato la Gradinata Sud, covo e simbolo eterno di quei colori magici. Ha esaltato chi, da una vita o quasi, frequenta quotidianamente lo spogliatoio di Bogliasco come il capitano Fabio Quagliarella, non riducendolo a peso bensì riportandolo a una dimensione centrale e funzionale all’interno del progetto. Ha tranquillizzato la piazza, attanagliata dal timore di vedere la rosa sgretolarsi in funzione di un sistema-mercato che obbligherà il club a compiere cessioni importanti. Alcune cessioni risulteranno inevitabili, ma a fare la differenza sarà il fatto di sapere esattamente quando e come intervenire per colmare ogni lacuna. A tal proposito, il cambio ruolo di Carlo Osti e il futuro ingresso di Daniele Faggiano nelle vesti di direttore sportivo alleviano quel senso di preoccupazione che aleggia sopra la società blucerchiata. Insomma, tutti i tasselli stanno per essere inseriti al posto giusto. La speranza è che il mosaico finale della Sampdoria appaia e si mantenga bello a lungo, non solo nel momento in cui sarà ultimato.

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