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2014

SXIX – Duncan tra Ghana e Sampdoria: «Sapevo che qui avrei trovato concorrenza»

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Alfred Duncan è arrivato alla Samp dall’Inter, seppur nell’ultima stagione abbia giocato a Livorno in prestito. Ora tocca a Genova accogliere il ghanese, che dovrebbe giocare con la maglia blucerchiata per le prossime due stagioni. Il post-Mondiale della sua nazionale, il Ghana, serve per gestire quella che è stata una delusione brasiliana. Pareggio con la Germania a parte, gli africani hanno deluso: «Si sta ripatendo dal passato senza farsi condizionare. Sta nascendo una nuova nazionale, un mix di giocatori esperti e di giovani. E io spero di farne parte. A gennaio c’è la Coppa d’Africa: non la vinciamo dal 1982. C’è un gruppo di giocatori di qualità, possiamo far bene».

TRA RAJEVAC E MIHAJLOVIC – L’ex ct Appiah aveva già convocato Duncan per un’amichevole del novembre 2012: «Sì, avevo quasi vent’anni. Adesso però Appiah non c’è più: l’ha sostituito Milovan Rajevac». Serbo come Mihajlovic: «E sì, si vede che gli allenatori serbi sono nel mio destino. Rajevac è famoso da noi: era in panchina nel Mondiale 2010, quando il Ghana arrivò ai quarti e venne eliminato dall’Uruguay – dice il centrocampista blucerchiato ai microfoni de “Il Secolo XIX” -. Spero di riuscire a entrare nella lista degli osservati, anche se finora nessuno mi ha detto niente».

ORIGINI – Duncan ha iniziato a giocare all’Aggrey Memorial, una scuola: «Sì, a Cape Coast, vicino Accra. Io sono nato ad Accra, ma i miei genitori mi hanno iscritto a quell’istituto, dove studiavo e potevo giocare a pallone, quello che volevo. In realtà ho iniziato giocando per strada. Da noi funziona che i ragazzi più grandi del quartiere si mettono d’accordo fra loro per organizzare dei tornei rionali. E sono delle partite combattutissime, in campi in terra battuta e un po’ disastrati. E spesso c’è pure il premio, tipo un bicchiere di coca-cola. A volte succede anche che ti dai un appuntamento per la partita e non tutti i ragazzi si presentano, perché magari han trovato dei lavori salutari».

GHANA – Duncan è stato scovato da un osservatore europeo: «Avevo 14 anni, dovevo finire la terza media e mio papà non ha voluto che andassi in Europa. E poi la mia famiglia mi ha sempre seguito con un occhio di riguardo: sono l’ultimo di cinque figli e l’unico maschio. A 16 anni però mi hanno lasciato andare». Gli scout europei vedono il Ghana come una risorsa: «Da noi il calcio è uno sport popolarissimo. Ogni ragazzo sogna di diventare professionista. E le scuole sono il modo migliore, la maggior parte è gestita da ex calciatori ghanesi rimasti in patria. Io però non pensavo che un giorno sarei partito». La situazione in Ghana: «Un momento difficile per l’economia: c’è crisi, manca il lavoro. La vita di tutti i giorni è tranquilla, si sta bene. Da noi non ci sono mai state guerre civili: un buon segno».

POLEMICHE – Forse il ragazzo sente un po’ di nostalgia per casa: «Mi manca sì. Ci penso tutti i giorni: quella è casa mia». La polemica innescata dal nuovo presidente Figc Tavecchio sui giocatori stranieri è stata oggetto di discussione a lungo: «Ho letto che dopo il Mondiale qui in Italia è scoppiato questo caso. Sono rimasto un po’ così… non penso che gli stranieri rubino il posto agli italiani». Il razzismo non è argomento nuovo, Duncan l’ha già conosciuto: «A Brescia e a Verona quando giocavo in B. A Brescia mi sono anche spaventato: mi hanno insultato prima della partita. Ci resto male. Anche perché ho un grande affetto verso gli italiani: sono stato adottato da una famiglia di Pistoia».

SAMP E CONCORRENZA – Sulla Samp e quest’opportunità in blucerchiato: «Quando ho accettato Genova, sapevo che la concorrenza sarebbe stata tanta. Ma questo è anche un modo per mettermi alla prova. E poi prima di tutto viene la squadra».

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