Esclusiva - Cavasin: «Maccarone? Lui come tutti gli altri non era al top. Biabiany? Non rimpiango le mie scelte. Sul mio futuro...» - Samp News 24
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2013

Esclusiva – Cavasin: «Maccarone? Lui come tutti gli altri non era al top. Biabiany? Non rimpiango le mie scelte. Sul mio futuro…»

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Quando si parla di 2010/11, un brivido corre lungo la schiena di tutti i tifosi blucerchiati. Quella stagione difficilmente sarà dimenticata dal popolo sampdoriano. Un’annata iniziata con le migliori premesse e poi sprofondata in una spirale di fattori e coincidenze negative che hanno trascinato la Sampdoria ad un’impronosticabile retrocessione. Tra i protagonisti di quella sfortunata stagione c’è indubbiamente Alberto Cavasin, allenatore che Tosi e Garrone avevano scelto per sostituire Di Carlo. La redazione di SampNews24 l’ha contattato in esclusiva per chiedere, una volta di più, il suo parere sulle varie situazioni che contraddistinsero quell’annata. Ecco l’intervista:

Tutto iniziò da quella trasferta a Catania: la pioggia, il 3-5-1-1, Maccarone, Guberti…cosa ricorda di quella partita?
Siamo stati molto sfortunati. La squadra fece un’ottima prestazione, molto buona; purtroppo l’espulsione dopo pochi minuti ci ha penalizzati. Abbiamo giocato gran parte della gara in 10 contro 11 e poi quel gran gol di Llama ci castigò. La squadra era stata compatta, brava: fu una partita molto positiva, al di là del risultato.

Il disastro blucerchiato è continuato nelle giornate successive. Subito dopo la Samp perse col Parma con quel rigore sbagliato da Maccarone. Per il ragazzo fu un periodo molto sfortunato, anche dal punto di vista umano: come lo stava vivendo?
Sì, in quel periodo Maccarone non era al top delle sue prestazioni, come d’altronde tutti i giocatori della Samp di quell’anno. Si è trovato coinvolto e non è riuscito a dare il suo contributo nel pieno delle sue capacità. So che sta facendo molto bene adesso quindi, si è ripreso bene e sta continuando la sua carriera. Però quel periodo non fu affatto fortunato per lui. 

Una delle cose che le vengono rimproverate è l’aver schierato Biabiany in attacco e non sull’esterno, dove magari avrebbe potuto giocare meglio. Rimane convinto della sua scelta o crede che effettivamente sarebbe stato meglio schierarlo in una posizione diversa?
Non è quello il motivo della nostra retrocessione. Biabiany non veniva da un momento felice, era stato travolto dall’Inter. Non era al meglio delle sue condizioni, faceva molta fatica all’inizio e su di lui c’erano tante aspettative. Poi si riprese e fu sicuramente uno dei migliori giocatori nella parte finale del campionato, uno dei pochi a crederci fino alla fine. Sulla posizione, non credo che fosse quello il problema: può fare indifferentemente sia il ruolo di seconda punta che quello di esterno. 

Molte delle attenzioni ricaddero su di lei e divenne quasi un capro espiatorio della difficile situazione della Samp. Tutti ricordiamo il battibecco con quei tifosi. Se lo ricorda? Pensa che sia stato un po’ esagerato quanto accaduto oppure no?
No, non fu una cosa che incise né creò problemi. C’era la rabbia dei tifosi, erano amareggiati e credevano ancora che potessimo farcela, volevano starci vicino quel pomeriggio. Non è stata un’incomprensione, erano dei gran tifosi veri e mi confrontai con loro. Eravamo tutti pieni della speranza di poter salvarci, di poter dare il nostro contributo. In quell’episodio non c’era negatività nè animosità: solo un sentimento di sconforto e d’amore per la Sampdoria, eravamo tutti protesi per dare il meglio per la società. 

Oggi la Samp invece sta passando un momento molto diverso, cosa prevede per i blucerchiati in questo campionato? Invidia Rossi  o i suoi metodi per aver avuto un approccio decisamente più fortunato rispetto al suo?
Un campionato iniziato benissimo, poi un po’ di sfortuna e una serie di risultati impressionanti in negativo. Poi Delio Rossi è stato molto bravo a trovare una serie di situazioni positive e a far sì che i suoi giocatori si esprimessero al massimo. Bravo a trovare la continuità di risultati necessaria per portare la Samp fuori dalla zona retrocessione. Il campionato doveva andare così: qualche difficoltà di troppo e poi la bravura per uscirne fuori. Il calcio è questo: Delio Rossi è stato bravo, ha trovato un insieme di situazioni concatenate. Il calcio è sempre una miscela di più fattori, non dipende mai da una singola persona. L’invidia non c’è, c’è la soddisfazione che la Samp faccia felici i suoi tifosi e che le cose siano migliorate.

Che futuro ha Alberto Cavasin? Ha avuto contatti per qualche panchina in Italia o all’estero? C’è qualcosa che vorrebbe fare in particolare?
Dovrei concretizzare delle situazioni di lavoro all’estero. Ho puntato su questo e penso che nel breve, o prima o poi riuscirò a far questo. Più avanti vorrei rientrare in Italia: è questo il mio obiettivo e il mio desiderio.  

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