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Editoriale

Sampdoria: Endgame

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Una sconfitta inappropriata e che arriva nel momento peggiore, quando la classifica poteva tornare a farci sorridere. Siamo alla fine dei giochi per quest’anno

A Bologna, un campo sul quale la Sampdoria da anni non riesce a vincere, è arrivata la nostra fine dei giochi. In tema Endgame, tra l’altro. La dimensione di questa squadra è stata ancora una volta palesata sotto gli occhi di tutti, tifosi e avversari dimostrando come a pochi passi dall’obiettivo venga tutto meno: dopo le sconfitte con le dirette avversarie (a parte la gara d’andata con l’Atalanta) si era già capito come l’Europa League non potesse rappresentarci, ma ancora più assurdo è il fatto di aver ascoltato proclami da parte dell’allenatore sulla possibilità di andare in Champions League. Solitamente in un ambiente si tende sempre a nascondersi, come sta facendo in queste settimane Mazzarri, che intanto col suo Torino è a un passo dal quarto posto, invece in maniera molto spavalda, la Sampdoria ha deciso di uscire allo scoperto e parlare, come aveva fatto già Sabatini al suo arrivo, della massima competizione europea. Ma verrebbe da domandarsi con quale coraggio, vista la prestazione poi di Bologna.

Oltre a un gioco davvero sterile, che non ha trovato alcun tipo di sbocco se non nelle conclusioni dalla distanza, sono state le motivazioni ad avere la meglio: da un lato una squadra che deve salvarsi e mantenere la categoria, dall’altro una squadra che poteva approfittare del ko della Lazio e del pareggio di Roma e Milan per rosicchiare punti alla zona europea. Organici diversi, modi di vedere il calcio diversi, risultati diversi: un 3-0 che fa malissimo, perché ogni gol porta non solo rabbia, ma anche fastidio. L’autogol di Tonelli, seguito da un fallo ingenuo e sciocco su Palacio che fa nascere il 2-0 di Pulgar, è una ciliegina su una settimana che ha visto il difensore tentare anche una flebile lamentela sul fatto che non giocasse da titolare. Se questi sono i risultati, ahinoi, una motivazione ce l’abbiamo. Ma senza voler fare delle inutili chiacchiere da bar, è palese che la mentalità di questa squadra vada completamente rivista per l’anno prossimo: oramai per quest’anno quello che potevamo dare l’abbiamo dato.

Domenica arriverà a Genova una Lazio decimata da espulsioni e infortuni: uno scontro che potremmo definire diretto, ma che ci spingerebbe soltanto a guadagnare un ottavo posto che non dà accesso a nulla, se non a una maggior ricompensa in termini remunerativi, comunque da non sottovalutare. Intanto sarà sicuramente una settimana di fuoco, a partire dalle dimissioni di Sabatini, che sicuramente solleveranno dubbi sul suo operato quest’anno a Genova e su alcune dichiarazioni dubbie nelle ultime settimane. Non è tutto da buttare, per carità, perché essere arrivati a giocarsi l’Europa League significa che molte cose positive sono state fatte e raggiunte, ma ogni volta che siamo stati chiamati al passo in avanti siamo venuti meno. Terminiamo con dignità questo campionato e consolidiamo il nostro nono posto, che in ogni caso sarà un miglioramento rispetto al passato.

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